domenica 24 gennaio 2021

Notizie da Kolkata

Penso che, come me, diversi di tanto in tanto si domandino, con un pò di apprensione, che cosa sta succedendo a Mother House e dintorni.

Ecco le informazioni che ho ricevuto qualche ora fa.

"Mentre le Sister con più di 60 anni non possono uscire, le giovani con meno di 50 anni possono svolgere la loro missione in strada, in stazione o in ospedale. Le Sister con età compresa fra 50 e 60 anni si dedicano alle visite domiciliari e alla distribuzione della comunione.

I volontari non sono ammessi. Solo i volontari stranieri che sono rimasti a causa del Covid 19, con un permesso speciale per il lavoro esterno.

Pochissimi volontari indiani sono autorizzati a lavorare all'interno, come i lavori di carta o di cucina. Nessuno può avvicinarsi ai pazienti, fare loro il bagno, né lavare vestiti o utensili.

I pazienti raccolti sulla strada sono inviati all'Hope Hospital per il trattamento e il test Covid. Dopo 14 giorni o se sono negativi, vengono portati a Kalighat, che è l'unica sede che accetta nuovi pazienti man mano che i ricoverati sono trasferiti in altre case.

Si incontrano molti bambini orfani che stanno per strada, non sono al sicuro, non hanno futuro, non hanno cibo, vivono in un'atmosfera malsana.

A causa di restrizione legali, le Sister possono dare solo cibo, vestiti, ecc... Non possono offrire loro una speranza di futuro, sebbene sono affamati di amore.

Una speranza: sono iniziate le vaccinazioni."



domenica 12 maggio 2019

Qualcuno si sarà domandato ...

... che fine ho fatto.

Rispondo che non tutti i viaggi riescono col buco. Un po' come l'Apollo 13 (con le debite proporzioni).

Ebbene sono andato e tornato dopo 11 giorni, invece dei 43 programmati.

Giorni intensi.

Come atteso ho avuto modo di apprezzare temperature di 40°C con valori percepiti (aria densa di umidità) fino a 48-49°C.
(Il cappello di cotone e la borraccia termica Laken hanno funzionato alla meraviglia)
Ho vissuto l'attesa del ciclone FANI (pronuncia: foni) che per fortuna ha solo sfiorato Calcutta. (Ho comprato un ombrello che non è servito).


Ho trascorso momenti molto belli sia al Dispensario di Shishu Bhavan che a Nirmal Hriday.


Ho visto i cambiamenti architettonici a Kalighat dove la piazzetta è stata occupata da una doppia fila di box (probabilmente negozi) ancora da completare.




Ho comprato qualche chilo di Darjeeling e Assam da Tosh & Sons.
E poi sono dovuto tornare a casa.

Non ultimo: ho raccolto qualche appunto e così ho aggiornato la dispensa "Calcutta, andata e ritorno".

Missione conclusa. Alla prossima.

lunedì 11 marzo 2019

In partenza

Appuntamento in aeroporto per il 27 Aprile.

I biglietti per il 45B sono pronti!

Raccolta dei biglietti del bus (soprattutto 45B) per Kalighat e ritorno (2018)
Sensazioni diverse, per il momento, rispetto alle precedenti partenze.
Come se ci fosse una certa fretta di arrivare, nonostante i nuovi timori sulle condizioni climatiche, -"It is peak of summer but may God give you the strength and grace to bear the heat", è stato il commento alla mia prenotazione, - e anche politiche, - a Maggio ci saranno le elezioni nazionali -.

Ho comprato un cappello di cotone.

domenica 27 gennaio 2019

È importante non dimenticare

Oggi ho rivisto le immagini che ho scattato a Mauthausen. Una su tutte. All'ingresso, dove i nuovi arrivati, il pericolo per la supremazia ariana, venivano tenuti per giorni prima di essere assegnati alle baracche.


Nel 2011 sembrava appartenere al passato. A pochi anni di distanza sembra materializzarsi sotto nuove forme (naufraghi che attendono sul ponte di una nave?).
Mi domando se non sto esagerando. Purtroppo non riesco a rassicurarmi, a parte la speranza che non possa essere vero.

Non si può tacere o limitarsi all'ironia. Come cittadino italiano voglio dire "NON IN NOME MIO".

mercoledì 2 gennaio 2019

Anno nuovo ...

Ancora "Buon Anno" a tutti gli internauti!

Inauguro il 2019 aggiornando (era ora!) il libello


che potete scaricare da questo link .

Buona lettura e, soprattutto, buon viaggio!

martedì 1 gennaio 2019

Buon 2019 a tutti gli internauti!

Nell'era "social", imperterrito, questo blog entra nel suo 12° anno. Ultimamente zoppicando (l'età e gli inciampi) ma pur sempre attivo, grazie soprattutto allo spirito indiano.

BUON ANNO.

In attesa del prossimo viaggio a Calcutta a ... Maggio, il mese climaticamente più difficile.

Villa Reale - Monza (1/1/2019)

mercoledì 6 giugno 2018

Devanand

Le pupille sbucavano dalle orbite gonfie e uno sguardo acuto, determinato raccontava una sofferenza così intima, profonda da distogliere ogni attenzione dal volto tumefatto. Certo la visione del collo letteralmente squarciato dal tumore in stadio avanzato era davvero impressionante.

Così ho conosciuto Devanand. Il nome è di fantasia e non conosco la sua storia. Aveva 50 anni. Non sembrava bengalese; i suoi tratti e il colore della pelle  richiamavano piuttosto una qualche parentela europea. Si capiva che aveva ricevuto una buona educazione e comprendeva molto bene l’inglese. Di carattere deciso, sembrava abituato a dirigere; mi sono fatto l’idea fosse stato un sarto perché con dita esperte controllava le cuciture e la qualità del tessuto delle kurta che indossavo.

L’hanno raccolto a casa, dove giaceva abbandonato dai parenti che non potevano prendersi cura di lui. In ospedale avevano sentenziato che non c’era nulla da fare e così, accompagnato da dozzine di larve di mosca che rischiavano di soffocarlo, è arrivato a Nirmal Hriday.

É stato lavato, rivestito con panni freschi di bucato ed è stato medicato con delicatezza per rimuovere quanto più possibile le larve, disinfettare la fistola. Gli sono stati somministrati potenti analgesici per sedare il dolore e lenire la sua sofferenza. Con maestria la Sister gli ha messo un sondino gastrico e, finalmente, Devanand ha potuto bere e mangiare.
Gli è stato assegnato il letto con le sbarre e con il materassino anti-piaghe da decubito. Devanand trascorreva la maggior parte del tempo in ginocchio, in posizione antalgica, cercando di dormire o, per lo meno, di rimanere assopito il più a lungo possibile.
Veniva medicato ogni giorno, per ultimo, così da potergli dedicare tutto il tempo necessario senza fretta. La medicazione di Devanand era diventata presto un rito ben preciso, svolto nella penombra alla luce delle torce perché l’illuminazione diretta gli dava fastidio. Solo garze di qualità, che non si sfilacciassero, per pulire con delicatezza le piaghe e, imbevute di disinfettante, riempire la fistola. Otto cerotti 10x4 cm per creare una sorta parete elastica sottomandibolare adesa alla nuca. Quando tutto era finito, Devanand indossava la mascherina azzurra che ridonava una parvenza accettabile al suo volto. Congiungeva le mani in segno di ringraziamento e poi andava a ricevere il suo pranzo liquido con le prelibatezze frullate dalla volontaria giapponese.

Devanand sopportava con dignità l’umiliazione del suo stato. Perdeva la pazienza solo quando il dolore era insopportabile e l’analgesico tardava.

Devanand era cattolico. Nell’intimità, Devanand si rivolgeva a Cristo portando l’indice dal petto in alto verso il Crocefisso che proteggeva il suo letto e chiudendo le palpebre.
Ho visto le sue lacrime brillare durante la consacrazione e il suo sguardo illuminarsi di vita quando il sacerdote si avvicinava per accoglierlo simbolicamente alla mensa eucaristica.

Devanand riceveva frequenti visite: quando era sveglio era spesso circondato dalle Sister e dai volontari. Qualcuno trascorreva tutto il tempo con lui, tenendogli la mano a fianco del letto o “scarrozzinandolo” in giro per il piano.
Ottenere un sorriso era difficile, ma unico. E così ricordo il suo sguardo, sorridente, quasi gioioso, quando sono andato a salutarlo e ha adagiato il palmo della sua mano sul mio capo.

Gli occhi di Devanand si sono chiusi alla luce di questo mondo all’alba del primo giorno del mese. Sua madre e suo fratello erano al suo capezzale. Mi piace immaginare abbia sorriso.

Non ho potuto tenere questa storia chiusa nel mio scrigno personale perché mi sono convinto della necessità di dare testimonianza e modo a chiunque lo desideri di dare un volto preciso “ai più poveri fra i poveri” e comprendere quanto sia attuale la missione che quotidianamente, comunque e nonostante, si svolge a Nirmal Hriday, fondato da Madre Teresa di Calcutta nel 1952: accogliere nell’Amore e offrire dignità alla sofferenza e alla morte. Forse per questo è così difficile lasciare Nirmal Hriday.

sabato 24 marzo 2018

Si riparte

Quasi quaranta giorni di Calcutta e ... si vede!
Ieri ho salutato Normal Hidray. Non nego il filo di commozione, soprattutto perché si salutano fratelli  che non capiscono perché tu te ne debba andare proprio adesso.
Insomma, un luogo speciale che dimostra come l'amore per il prossimo quando espresso in fatti concreti, al meglio di se stessi, sia fonte continua di pace e, diciamolo, gioia. Questa grande convinzione di Madre Teresa, alimentata dalla Provvidenza, arriva a noi e a noi è affidata l'opportunità di diffonderla là dove abitiamo. Nirmal Hriday è ovunque e possiamo sempre avere il privilegio di aiutare chi è in difficoltà. In prima persona, mettendoci del proprio: questo è l'ingrediente più importante.

martedì 20 marzo 2018

Cosa porti a casa?

Ovviamente il tè, Darjeeling in quantità e quel che basta di Assam.

Due nuovi negozi.

A. Tosh & Sons si trova a New Market, in pieno centro. Il negozio si trova sul lato destro, è un po' nascosto e facilmente si passa oltre. Il miglior tè in foglia è quotato a 2.000 rupie al chilo (circa €25). Poco disposti a trattare, ho adottato un approccio "astuto" e così sono riuscito a "strappare" gratis mezzo chilo di Assam.




Il New Tea Centre si trova al 33/9 di SN Banerjee Road, Taltala. Gestito da una famiglia Sikh è m molto frequentato dai locali. Stesso prezzo per il miglior darjeeling ma ... prendere o lasciare.

domenica 18 marzo 2018

Un rapido aggiornamento

Giornate intense. A Nirmal Hriday ci sono angeli che aiutano con esemplare dedizione. Una novizia è davvero molto brava, impara e prende l’iniziativa. Bene perché sarà lei a prendersi cura dei “miei” pazienti. È arrivata anche una infermiera giapponese di Osaka. Brava, se ne tornerà a casa lunedì. Un dono breve ma davvero intenso.
Che esista davvero questa Provvidenza? Qui tutto procede per la Sua grazia. Ed è bello stupirsi!

Convegno straordinario dei Calcutta Crows. Argomento confidenziale. Tanti crocidii e un nulla di fatto (17 marzo 2018)

giovedì 15 marzo 2018

Secondo giovedì di "non vacanza"

Per scelta e perché ci tengo a seguire alcuni pazienti-fratelli. Un gentile signore che cammina armato di bastone (l'ho soprannominato Mosè) che settimana prossima dovrebbe ricevere un trapianto di pelle artificiale per coprire una vasta ustione da tè bollente. Un ammirevole uomo con un cancro incurabile e una devastante lesione del pavimento boccale e della mandibola;  consciamente vive quest'ultima parte della sua vita terrena con coraggio, determinazione e voglia di vivere (oggi sentendo i profumi dalla cucina ha chiamante fatto capire che avrebbe mangiato un po' di pollo arrostito). Un ragazzo che nella sua breve vita ha già incontrato diverse sfortune; gli si vorrebbe evitare almeno l'amputazione del piede.
È difficile non pensare loro e, per quanto sbagliato, scatta una sorta di senso di colpa se non li si incontra ogni giorno, soprattutto pensando che sono ormai gli ultimi giorni.
In un certo senso è una manifestazione di egoismo perché è davvero molto ciò che riceve da loro. E anche presunzione, perché c'é qualcuno che si sempre, con amore perseverante si prende cura di loro. Insomma sbagliato, ma è così, prestando sempre attenzione a evitare il rischio grave di dimenticare l'umiltà del proprio ruolo di servi inutili. Più che un errore, una tentazione subdola e un vero peccato.

È già tempo di foto ricordo, con gli auguri a questa giovane coppia di poter gioire della nascita di una numerosa prole!

mercoledì 14 marzo 2018

Macché stanchezza!


Solo un calo di entusiamo, complici le condizioni climatiche da "solleone".

L'attività a Nirmal Hriday prosegue imperterrita, così come deve essere. Se sei giù di tono c'è chi fa al posto tuo. Le Sister sono davvero gentili. Mi hanno imposto (nel senso che non mi hanno tolto gli occhi di dosso finché non ho terminato) di mangiare pane spalmato di marmellata di mango (buonissima!) e una banana, accompagnate da una tazza di chai caldo.

Fuori il blogger!




venerdì 9 marzo 2018

È arrivata un po' di stanchezza

È arrivata la stanchezza! Presto o tardi, non lo so, ma è qui.
Meno attenzione, tentazione di superficialità ("vediamo domani"), ascolto superficiale ("ho capito, aspetta, vengo dopo"). Voglia di stare sdraiato, conta dei giorni che mancano. Due settimane, comincia la conta dei penultimi giorni.

Omaggio alla dea Kalì