Già un paio di anni prima, girando la mattina di Natale in bicicletta al parco, gli era capitato di trovare appoggiato su un prato un palloncino a forma di delfino.
E accadde di nuovo una mattina di Dicembre, durante il ponte di Sant’Ambrogio. Questa volta il palloncino era meno lussuoso. Giusto bianco.
Ma appese alla cordicella c’erano due lettere che lo trattenevano a terra con il loro peso. Un indirizzo era ben visibile, scritto in stampatello a caratteri larghi: “Gesù Bambino – Via dei Cieli, Paradiso”.
Sorrise e se ne andò. Ma il pensiero insistente che ci fosse il rischio concreto che quei desideri, affidati con speranza ad un palloncino, finissero per essere ignorati lo convinse a tornare indietro. Non era giusto. Con una certa titubanza decise di prendere le due buste.
Il palloncino, liberato dal peso, salì subito, rapido, nel cielo oltre gli alberi, quasi avesse fretta di andare a raccogliere altri desideri che attendevano impazienti di essere consegnati ad altri “vicari” di Gesù Bambino.
Aprì le due buste solo una volta a casa. Con emozione, quasi gli fosse dato di entrare in una intimità, lesse i desideri di due bimbi.
Caro babbo e gesù, vi scrivo questa lettera perché sarò buono, rispettoso con tutti.
Così iniziava una delle due lettere. Adorabile, non è vero?
Allora, investito indegnamente del ruolo di vicario, si diede da fare per cercare di accogliere qualche desiderio entrando in una piccola storia di Natale.
Il giorno della antivigilia i doni vennero recapitati all’indirizzo dei due bimbi per essere messi sotto l’albero.
E fu davvero lieto di pensare ai due bimbi, alla loro sorpresa di vedere che le loro lettere, affidate al vento, non fossero andate perse. L’immaginare un loro sorriso fu un regalo grande.
Viene quasi da sospettare che Gesù Bambino esista davvero!
Buon Natale.
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