domenica 31 marzo 2013

Buona Pasqua!

Mi sembra bello condividere con chi non ha avuto il privilegio di trascorre la vigilia della Pasqua il biglietto d'auguri che le Sister ci hanno donato al termine della funzione.

Auguri di vivere ogni giorno la gioia intensa della Risurrezione e di camminare nella luce del Risorto.

venerdì 29 marzo 2013

Giorni 26 e 27

Iniziato il triduo pasquale.
Mi piace richiamare alla memoria il silenzio profondo che si è stabilito ieri al termine della S. Messa dell'ultima cena. Un momento unico e sorprendente capace di cancellare per qualche minuto il rumore del traffico. Tanto bello e intenso da rimanere stupito.
Questa mattina a Kalighat: un nervosismo palpabile durato per sei ore, un tempo interminabile. Forse dovuto alla confusione, al caldo appena temperato da un temporale in lontananza.
Poi nel pomeriggio la pace di Mother House,immersi nella preghiera.

giovedì 28 marzo 2013

La vecchia Ambassador

Ambassador, il mito automobilistico indiano. Come la nostra 500, anzi di più. Berlina a 4 porte, motore diesel anteriore di circa 1500 centimetri cubici. Tutti i taxi sono Ambassador, gialle nella versione Prestige. Le auto dei funzionari governativi sono Ambassador, di colore bianco con tanto di portabandiera sul cofano anteriore e lampeggiante rosso. Quando sono andato in Rajasthan, ho incontrato due giovani fotografi francesi che stavano compiendo un giro di un mese in Ambassador con autista: un sogno che non si è mai spento.
Ce ne è una nel cortile della missione battista, vicino al cancello di entrata, nascosta fra gli alberi e mimetizzata dalla polvere. Bella e pronta a innestare la prima ...

La Ambassador!

mercoledì 27 marzo 2013

Holi Colours (giorno 25)


The Telegraph, 27 Marzo 2013
Oggi festa dei colori, ovvero tutti chiusi nella missione battista perché il gioco consiste nel lanciarsi l'un l'altro polveri colorate. La ragione: tutti sono uguali, colorati come l'arcobaleno e per un giorno niente differenze di razza e di casta.
In realtà molti colori sono a base di anilina e si fissano nella pelle e rimangono per diversi giorni. Per questo si consiglia di coprirsi il più possibile e di oliare faccia e capelli e quant'altro scoperto con olio di cocco e creme abbronzanti. Indispensabili gli occhiali.
I vestiti sono ovviamente da buttare.
Si racconta poi che ci siano i soliti buontemponi che aggiungono curry e peperoncino ai colori con effetti tutti da vedere. Pochi sciagurati, non contenti, usano acidi così da trasformare la festa in uno sfogo di violenza.
Conclusione: meglio stare al riparo e leggere il giornale.


martedì 26 marzo 2013

Giorno 24

Fa molto caldo, tanto che dal rubinetto dell'acqua fredda esce acqua così calda che bisogna farla scorrere un po'. Siamo sui 38°C e la minima è intorno ai 26°C con una umidità al 90%: così è necessario dormire con il condizionatore dell'aria acceso.
Le mattine scorrono veloci al dispensario mentre il pomeriggio è meglio stare rintanati all'ombra a leggere e meditare.
E' iniziata la settimana santa e c'è un gran fermento a Mother House. Questo pomeriggio ho partecipato alle prove della messa del giovedì santo in qualità di "apostolo italiano". Le sister ci hanno fatto provare e riprovare la cerimonia del lavaggio dei piedi perché tutto deve essere perfetto!

La settimana santa è un momento importante di questo viaggio, in fondo è la ragione stessa di questo ritorno a Calcutta. Vivere senza distrazioni questa Pasqua, pensando solo, se possibile esclusivamente, alla speranza d'amore della resurrezione di nostro Signore. Solo in questo modo ogni opera di carità trova un senso compiuto.

lunedì 25 marzo 2013

Casa e bottega

Io che mi sono compiaciuto di essermi ormai adattato alla mia stanza singola, cone bagno privato e aria condizionata, io non posso evitarmi di pormi una domanda su quanto in realtà sia capace di vivere la realtà.

domenica 24 marzo 2013

Alia

Abita da sempre sul marciapiedi di fronte alla missione battista. L'anno scorso ci siamo frequentati per qualche giorno per via di una brutta broncopolmonite. L'ho ritrovata in piena forma, addirittura un po' grassottella. Tutto bene!


sabato 23 marzo 2013

Giorno 19 - Il sabato del villaggio

Di nuovo al villaggio. Le stesse immagini: la folla di gente in attesa, la richiesta insistente di cibo e farmaci per il dolore, la tosse, l'asma, la febbre, ... Molti pazienti sono gli stessi di sue settimane fa; cercano di farsi riconoscere con un sorriso per ottenere maggiore attenzione e magari più pillole, più sciroppi e scatole di integratori. Fotocopie inquietanti: mi domando se mai potrà cambiare questa realtà di povertà ed emarginazione, se non sia una continua recita che non intacca, anzi forse nutre le radici del male.

Eppure cambia, perché a poco più di un chilometro c'è una comunità di settecento famiglie che hanno ottenuto un pezzo di terra e iniziano a vivere autonomamente. Un'altra intuizione, un altro fatto di Madre Teresa. Per cambiare occorre tenacia e speranza, sempre, ciascuno di noi per il suo piccolo niente.



venerdì 22 marzo 2013

giovedì 21 marzo 2013

Giorno ... ho perso il conto!

21 Marzo: inizio della primavera partendo con 25°C di primo mattino per arrivare ad una massima prevista di 37°C.
Diciassettesimo giorno: superata la metà del percorso. Voglia di tornare a casa? La risposta è certamente   "Si" anche se per il momento non c'è l'ansia di tornare.
Giovedì: giorno di vacanza per il volontario stanco. Di primo mattino ho camminato fino a Maidan Park, tornando nella quiete della missione prima delle nove.
Ecco alcune immagini che ho raccolto per strada (prima che si scaricasse la pila ... vergogna!).
Cliccateci sopra per ingrandirle.
Frittelle per colazione, così per stare leggeri.

I poponi
Un bel succo di canna da zucchero?


Il pescivendolo balenottero

Maidan Park




Lavaggio pneumatici, accurato a mano.
Un gas magnetico prodigioso contro ratti, scarafaggi, ...
La tossicità nell'uomo deve essere ancora valutata. 

mercoledì 20 marzo 2013

Il 45B

Brutti, sporchi, apparentemente inaffidabili ma di fatto indistruttibili: ecco gli autobus di Calcutta fabbricati dalla TATA, la FIAT indiana, almeno 20-30 anni fa. Due porte sempre spalancate, controllate da bigliettai a cui non sfugge chitentadifareilfurbo. Ad ogni fermata si sporgono urlando la litania delle prossime stazioni cercando di attirare più passeggeri possibili. Con la mano destra segnalano all'autista dove e quando fermare, tirando una cordicella collegata ad una campanella (ferma!) o sbattendo il palmo della mano sulla portiera (riparti!). nella mano sinistra tengono le banconote da 10 rupie, piegate longitudinalmente, fra le dita e nel palmo i biglietti. Ma non è finita: indicano dove sedersi e fanno rispettare senza eccezioni la separazione fra donne a destra e uomini a sinistra. Un lavoro massacrante che richiede ogni tanto una masticata di tabacco con tanto di sputacchiata rossa sulla strada.

Il 45B all'incrocio della AJC Bose Road
con Rippon Street.

Il bigliettaio

martedì 19 marzo 2013

Giorno 14

Inizio della seconda settimana. Alla S. Messa di questa mattina c'erano due bambini, un maschietto e una femminuccia, dati in adozione a due famiglie indiane. Ho pensato alla nursery di Sishu Bavan dove vengono accolti e allevati con amore materno i bambini scampati all'aborto. I due bambini mi sono sembrati veri e propri segni di "resurrezione" per opera di un Amore cristiano per la vita che è iniziato con Madre Teresa, continua grazie alle Missionarie della Carità e apre a quelle due creature un futuro. Come cominciare meglio questa giornata?

Fa caldo e questo bambino,
che vive con la sua famiglia sul marciapiede della Missione Battista,
si è aperto un varco nel telo di plastica

lunedì 18 marzo 2013

Giorni 12 e 13

Fine settimana suddiviso fra Kalighat e Mother House. Nessuna notizia meritevole di pubblicazione, sebbene la giornata di sabato sia stata piuttosto intensa.
Per quanto ci si ritenga "abituati", talora è impossibile non provare dolore per chi soffre. Una sensazione viva, fisica che quasi spinge a ritrarsi, addirittura ad evitare volgendo lo sguardo altrove. Ma la compartecipazione di una sofferenza trova un senso compiuto solo quando si trasforma in gesti che tentino di alleviare in qualche modo, anche per un attimo, il dolore di chi ci sta di fronte. Occorre farsi forza e fare subito qualcosa per quanto insignificante possa apparire. Spesso un sorriso spontaneamente radioso è la soluzione vincente, anche se non è facile scacciare i propri sentimenti. Un modo per riuscirci c'è: scorgere negli occhi di chi ti sta di fronte lo sguardo dolce del Crocifisso. E ti accorgi che quel sorriso é anche per te e ti permette di stabilire un contatto empatico così forte da sostenere entrambi. Il ricevere incomincia spesso accettando di dare.
L'Amore non ha sempre e solo bisogno di eroi. Meglio fermarsi a riflettere e meditare quando ci si accorge di essere alla ricerca di "qualcosadimportantedafare" Spesso questo impulso è dettato dall'egoismo personale che trasforma il povero in strumento di autostima e di vanto con gli altri."Oggi ho fatto ...": Madre Teresa si definiva una matita, necessaria per scrivere ma incapace da sola di tracciare anche un semplice punto. Divenire un mozzicone di matita, anche un po' mangiucchiato: ecco un'ambizione che rischia di avere un senso.


venerdì 15 marzo 2013

Giorno 11 - Vi ricordate di Monghol?

Se siete incerti andate andate qui per un ripasso veloce.

Ebbene ieri sono stato a trovare Monghol a Garia, alla periferia orientale di Calcutta, dove abita insieme alla sua famiglia. Non pensate subito a una villa: è una stanza dove si può stare comodi in quattro persone, protetti da un tetto di tegole. Un altro mondo rispetto al telo di plastica appoggiato ad un muro di cinta. E così quest'anno Monghol e famiglia potranno affrontare il monsone a casa propria senza dover andare al rifugio. Poi, magari, fra un po' arriverà anche un letto. Ho domandato alla mamma di Monghol se fosse contenta. Lei mi ha risposta con un sorriso grande delle labbra e degli occhi: "Si, è OK!". E questa mi sembra proprio la conclusione più bella.

La famiglia in posa davanti all'uscio di casa. La sorellina di Monghol se la dorme alla grande!

Monghol fa il prezioso e non si concede al fotografo.

I vicini di casa (con un estraneo)

giovedì 14 marzo 2013

Giorno 10


Immagino che la domanda sia sempre: "Ma cosa fai?". Rispondo con le parole di Madre Teresa: tanti piccoli niente! La giornata tipo è uguale a quella degli anni scorsi: sveglia alle 5:20 in tempo per la S. Messa delle 6:00, il momento irrinunciabile della giornata. Poi colazione a BMS (pane tostato, marmellata rosso artificiale, due tazze di tè nero, un uovo, sodo o fritto, e banana) con lettura del quotidiano locale.
(Così ho saputo della bella figura con i nostri marò: ma non avevano proclamato che la parola data andava mantenuta? Gli indiani dicono che il nostro ambasciatore sia uno spergiuro: difficile dargli torto).
Dieci minuti di frastuono intenso per arrivare a Sishu Bavan, intorno alle otto meno un quarto. Poi si segue il programma della giornata ovvero ci si mette agli ordini della Sister: distribuzione di medicinali e, quando occorre, visita per 100-150 pazienti in maggioranza donne. Ritorno in branda vero l'una per un momento di relax all'aria condizionata (fa caldo e l'umidità fa 90%) e poi trasferta con l'autobus 45B a Kalighat. Per fortuna nel primo pomeriggio è vuoto e si riesce a trovare posto vicino ad un finestrino per boccheggiare in solitudine. Arrivo a Nirmal  Hidray intorno alle 15:00, giusto in tempo per dare una mano in sala medicazioni ma anche a distribuire il pasto serale e lavare i piatti. C'è sempre tempo per fare conoscenza con qualche paziente, per scambiare un sorriso: anzi qualche volta ti chiamano ed è un regalo prendergli le mani e accarezzarli un po'. Volendo si può andare a raccogliere panni e coperte e c'è anche la riabilitazione. Di tanto in tanto, qualche chiacchiera con le Sister come momento salutare per stemperare le difficoltà quotidiane. Passate le cinque, è ora di tornare per l'adorazione dalle 6 alle 7. Capita di essere un po' sullo stravolto e quindi l'adorazione può … saltare ma si perde qualcosa d'importante. Cena e nanna.
Tanti piccoli niente che l'Amore di nostro Signore riesce a trasformare in piccoli gesti di misericordia per gli umili e i sofferenti. Ogni uomo, indipendentemente da ogni recinto religioso o filosofico, trova così giustificazione nella misericordia verso i propri fratelli (David Maria Turoldo). E quando, purtroppo molto molto raramente, si riesce a liberarsi di ogni impulso egoistico, anche solo per un attimo, allora è la gioia perfetta.

martedì 12 marzo 2013

Giorni 8 e 9 - Un po' di tran tran

Le giornate scorrono veloci: al mattino dispensario e al pomeriggio Kalighat. Fa caldo e il viaggio in autobus del pomeriggio è una vera e propria mazzata. Le temperature massime sono stabili a 36-37°C e i locali dicono che il bello deve ancora venire. Parecchi girano con l'ombrello e anche i mendicanti si spostano all'ombra nelle ore più calde. Posto due immagini della piazza a Kalighat.
Vendita di colori rituali per il tempio della dea Kalì

L'ingresso di Nirmal Hidray, la casa dei moribondi

Giorno 7 - Kalighat

Qualche novità ma nessuna che meriti di essere menzionata.
Una sola immagine: il Crocifisso che domina la piazza e testimonia l'amore per il prossimo, per noi. E richiama gente di ogni professione da ogni continente. Soprattutto giovani: ed è segno di speranza.

lunedì 11 marzo 2013

Giorno 6 - Al villaggio


Tutti sul camion bianco-azzurro, mescolati a pacchi di biscotti, sacchetti di latte in polvere, integratori alimentari e farmaci. Dopo un'oretta di sussulti e scossoni arriviamo a Chack Ramnagar dove si sono raccolti dalle 5 del mattino qualche centinaio di persone, in maggioranza donne e bambini, che sono giunte a piedi, in bicicletta e in autobus dai villaggi circostanti dove non c'è energia elettrica, la povertà è assoluta e l'acqua manca nei mesi più caldi.












La parrocchia dove ci troviamo è sorta proprio per fornire acqua di pozzo offrendo un'alternativa gratuita all'impiego delle pozze d'acqua piovana per ogni scopo, incluso quello alimentare, con le conseguenze sanitarie facilmente immaginabili.
Tre file: maschi, femmine e donne con bambini. Ognuno racconta i propri malanni: spesso esagerando o anche inventando in modo da ricevere il maggior numero di farmaci per tosse, bruciore di stomaco, costipazione, pruriti e dolori vari. Le sister, generose e comprensive, sono abili nell'identificare chi ha bisogno di una visita: dominano asma, bronchite e scabbia. Dopo la fila per i farmaci c'è quella per i generi alimentari: è lunga e non mancano le liti e chi tenta di rimettersi in coda rischia un assalto di donne inferocite. Fuori dal cancello, che chiude alle 10, una piccola folla di ritardatari che sperano di sfuggire allo sguardo delle guardiane.
A mezzogiorno è tutto finito. L'odore, il sapore della povertà predomina sui sorrisi forzati delle foto ricordo.
Al ritorno a Sishu Bavan, come tradizione, c'era ad attenderci un pranzo con zuppa di patate, riso, pomodori, cetrioli, pollo e uova sode.
Tornato nella stanza numero sei, è mancata l'acqua. Ogni lamento o recriminazione mi sono apparsi per lo meno inopportuni.

venerdì 8 marzo 2013

Giorni 4 e 5


Giovedì di vacanza, che ho speso lavorando. Ho anche pagato l'affitto per 15 giorni e … mi sono un po' annoiato.
Le emozioni dell'arrivo sono già sbiadite e incominciano i giorni di attesa, quando sembra che non succeda niente. È la fretta di capire subito, mentre invece occorre tempo. Sono i giorni in cui bisogna dimostrare fermezza nei propri propositi senza lasciarsi cadere nel circolo vizioso dell'autocommiserazione, del "chimelafattofareepensarechestavocosìbene".
La disponibilità non è una volta per tutte, è un'offerta che si deve rinnovare ogni giorno, consapevoli che per quanto il sentiero sia appianato comunque è un po' in salita e si fa fatica. Mi è venuto in mente quanto molto tempo fa sono salito da La Thuille al ghiacciaio del Rutor. Superate le cascate il sentiero sale per un'ora e mezza senza sosta e senza offrire nulla da vedere: noia e fatica. Ero da solo e sarei potuto tornare indietro senza perdere la faccia … e invece avrei mancato la visione spettacolare del ghiacciaio che ti accoglie all'improvviso e ti lascia a bocca aperta per la meraviglia.

Venerdì ritorno al dispensario: tanti pazienti o parenti a ritirare le medicine per malattie neurologiche e psichiatriche. Un lavoro dietro le quinte che richiede molta attenzione per dispensare i farmaci giusti.
Nel pomeriggio sono andato a vedere due ospiti della nursery: c'ero stato anche l'anno scorso e ho incontrato la stessa giovane Sister. Mi ha colpito allora e oggi l'apprensione materna con cui accudisce i tanti neonati abbandonati o scampati all'aborto: non "come se fossero", sono davvero figli suoi.

Scrivere queste righe mi ha fatto bene. Adesso è ora di andare a nanna perché domani si va al villaggio.

giovedì 7 marzo 2013

Giorno 3


Ed ecco la visita generale: donne, uomini e bambini in ordine di numero per un totale di almeno 150 persone. In molti casi la richiesta si limita ad ottenere farmaci per asma, dolori, gastralgia, tosse. L'obiettivo è di ascoltare tutti senza farsi prendere dalla fretta ma senza fare troppo tardi per evitare di incorrere nelle proteste di chi arriva tardi e … gli sguardi preoccupati della Sister. Non è andata male grazie all'aiuto di un infermiere spagnolo, un esempio di buona volontà, e di una novizia che con pazienza traduceva sintomi e istruzione terapeutiche, frenando le richieste dei pazienti solleticati da scatole, barattoli e cartoni di farmaci esposti in bella vista.
È stato davvero simpatico incontrare gente che avevo conosciuto l'anno scorso, con tanto di sorrisi e saluti in lingue miste. Beh, in fondo è confortante.
Il fuoco per la colazione del mattino

Pomeriggio … doccia e riposo. Indispensabili anche perché inizia a far caldo. Siamo già a 35°C e le previsioni indicano che a fine mese supereremo quota 40°C. Per fortuna l'umidità è ancora accettabile.
Se ne è accorto anche il mio abituale rivenditore di acqua filtrata che dalla mattina alla sera ha aumento il prezzo da 16 a 18 rupie al litro.

mercoledì 6 marzo 2013

Giorno 2


Sveglia in tempo per arrivare in anticipo alla S. Messa delle 6.00. Ho bisogno di arrivare almeno mezz'ora prima per liberarmi via via delle distrazioni e … finalmente stupirmi del Crocifisso. Mi domando spesso perché sia un appuntamento irrinunciabile: la risposta è, come al solito, semplice: ascoltare la Parola al mattino sembra dare un senso compiuto a tutta la giornata, la valorizza come opportunità unica, da non mancare.


Colazione classica: tè nero molto zuccherato, pane tostato con marmellata di un bel rosso vivo artificiale, uovo sodo (scommetto che domani sarà fritto), banana. Peccato mancasse il giornale che viene tenuto da parte per una anziana ospite. Domani provo a chiedere.

Una Sister che mi ha invitato a pregare affinché venga eletto un Papa forte. Mi sono schermito invocando la volontà superiore: "Si, ma intanto prega!" mi ha ammonito con un accento tutto germanico.
La mattinata è poi trascorsa mettendo a posto un cumulo di campioni di medicinali tutti rovesciati su un tavolo: un ottimo esercizio per rinfrancare l'umiltà! Per fortuna ci sono molti volontari.

Pomeriggio dedicato allo shopping a New Market: una borsa di stoffa (lo so, è un po' osé ma, pazienza, sarà l'età), due camicie indiane di cotone bianco e naturale, un paio di pantaloni e ciabattine made in China. La parte più bella è il negoziato. Con le ciabattine mi sono veramente divertito: venti minuti per scendere da 700 a 300 rupie. Il venditore non era poi così contento … (ogni negoziazione ha una parte di crudeltà).

Poi di corsa all'appuntamento a Mother House per finire in bellezza.

martedì 5 marzo 2013

Giorno 1

Appena arrivato sono andato subito a Kalighat per consegnare l'antibiotico. Il viaggio in taxi è stato allucinante: si suppone di essere ormai abituati ma trascorrere un'ora in mezzo allo smog e al rumore assordante dei clacson è stato un autentico momento di insofferenza. Passerà.
Così come non ci si abitua a guardare fuori dal finestrino la gente sdraiata per strada, le baracche, i bambini che frugano nell'immondizia. Speriamo non passi: in fondo si viene qui perché è davvero più difficile ignorare la miseria, isolare la povertà, evitare di fissare lo sguardo sul volto di chi, drogato, ubriacone, mendicante professionista, comunque sia soffre.

Per dirla tutta avevo il desiderio di incontrare subito Teresa, che, come mi aspettavo, ho trovato al suo posto mentre stava medicando un paziente. È stato "naturale", come se non fosse trascorso più di un anno. Ho aspettato un attimo prima di chiamarla: "Ecco che cosa è la perseveranza", mi sono detto con ammirazione. Kalighat è sempre uguale anche se adesso è tutta ristrutturata. Maggiori notizie a breve.

Da Kalighat via verso BMS, la missione battista. Il tassista non conosceva dove fosse e voleva chiedere a un vigile; l'ho trattenuto e con una punta di orgoglio gli ho indicato la strada. Grandi saluti a cominciare dai guardiani (ma che memoria!). Ho preso possesso della stanza n. 6, nel vecchio edificio. In pratica un corridoio con due letti e il bagno (privato!) è fuori. Ah, la room 110 è tutt'altra cosa! Magari fra qualche giorno chiederò se è possibile trasferirsi nell'edificio nuovo. Per il momento BMS è al completo e non se parla.

Alle 3 del pomeriggio mi sono presentato a Sishu Bavan per la registrazione. Non pensavo ma c'erano almeno una sessantina di volontari, in maggioranza coreani e cinesi. Italiani due, spagnoli due: che sia un effetto della crisi?
Sister Margaret mi ha riconosciuto al volo: "Doctor Luigi!". Così (inevitabilmente) sono stato assegnato ancora al dispensario, ma ho negoziato di poter andare a Kalighat nei giorni in cui non sono necessario. Domani si incomincia e mercoledì ci sarà la visita generale, quando vengono aperte le porte a decine e decine di pazienti. E sabato prossimo tutti in camion al villaggio.

Per finire il momento migliore: Mother House. Me ne stavo seduto su una panchina all'ingresso quando si è avvicinata una sister che mi ha domandato "What are you looking for? Are you sick?" Mi domando quale dovesse essere il mio aspetto. L'ho tranquillizzata e abbiamo cominciato a parlare in italiano perché la Sister aveva trascorso due anni alla casa di Milano Baggio.
Certamente l'ora trascorsa in cappella mi ha rinfrancato nello spirito e anche nel corpo. Diciamolo, è il momento che preferisco.

Fa caldo ma nemmeno troppo: mi dicono che normalmente le temperature sono più elevate di 4-5 gradi. Vediamo e per il momento buonanotte.
Domani si incomincia. 

sabato 2 marzo 2013

Il quinto viaggio non è un semplice ritorno

Comincia domani. I ricordi sono ben fissi nella memoria tanto che mi sorprendo a percorrere mentalmente strade già note. Ma ho imparato che ogni viaggio si sviluppa lungo un percorso nuovo e unico. Mi propongo di imparare in umiltà, rifuggendo dalla tentazione di cadere nel "tanto ormai so già come andrà a finire". Non avrebbe senso partire e potendo sceglierei altri lidi per andare in vacanza.
Mi propongo di raccontare le esperienze quotidiane, per quanto ne sia capace e sia possibile, del privilegio, che mi è concesso, di vivere diversamente.
Cercherò di impegnarmi più che negli anni passati, perché con sorpresa ho constatato che tenere un diario è parte del viaggio, dissipa la solitudine e allarga l'orizzonte ad altri. Può essere una via per condividere il privilegio.

E poi da qualche tempo il sito è un po' giù di contatti ... cliccate, cliccate, cliccate!