Sono tornato al Parco per cogliere i primi segni d’autunno. Mi sono diretto subito nei luoghi dove per prime le foglie si tingono di giallo e rosso. E così non ho potuto evitare di rivivere la sensazione di ovattato abbandono di qualche autunno fa, quando è stato necessario abbandonare e distruggere per poter ricostruire. Per quanto razionale “costruggere” (il neologismo non è mio) è sempre motivo di sofferenza, continua, incessante compagna di giorni senza fine apparente.
Luogo ideale per disperdere i pensieri senza senso, ecco il parco è stato buon amico, capace di distrarre e confortare in silenzio, senza pretendere di capire.
C’è bisogno di silenzio ed è necessario lasciare scorrere il tempo per comprendere se una decisione è buona per davvero, è quella giusta che potrà ripagare la fatica e dare significato all’abbandono delle certezze per perdersi.
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