domenica 20 febbraio 2011

Il (quasi) periplo lariano

Vista la bella giornata di sabato, si è deciso di andare a fare un giro a Como. Gonfiati i pneumatici invernali e fatto un carico di oro nero, siamo partiti e vista la quasi assenza di traffico (forse per via dell’oro nero) dopo mezz’ora scarsa il navigatore ha annunciato che la destinazione, Como centro, era raggiunta.
Troppo presto. E allora via a costeggiare il lago sfidando il continuo susseguirsi di autovelox preceduti dal minaccioso cartello “Misurazione elettronica della velocità senza obbligo di contestazione immediata, legge n. vattelapesca”. Visto che la contestazione non immediata si prende 6 mesi di tempo, a fine Agosto si saprà come è andata.

Impossibile parcheggiare a Cernobbio: prima fermata a Montrasio dove i parcheggi a pagamento erano vuoti. Forse perché non c’è nulla da vedere. Notizia utile: la locale sezione del CAI confeziona piles personalizzati. Si punta verso Limageaglio ma non riusciamo a scoprire dove è la villa di Clooney. Passato Argegno e Tremezzo, la giornata è talmente bella da imporre di continuare a costeggiare il lago. Fermata a Menaggio, (dove è possibile parcheggiare fra le strisce bianche), con passeggiata strascicata lungolago fino al centro, dominato da bar e immobiliari. C’è un appartamento di 4 vani più servizi a 261.000 euro, inclusa la vista sul lago. Poi ancora via verso nord-est, evitando le gallerie che tagliano i paesi. Dongo: la Svizzera è davvero a portata di mano e penso a come si sarà sentito il Benito in fuga quando l’hanno acchiappato. Gravedona è una città: via veloci (entro i 50 all’ora) verso est fino al ponte sull’Adda che segna il confine con la provincia di Lecco. La zona di Colico è un poco deprimente dopo i fasti comaschi: non rimane che ammirare il lago dominato dal monte Bregagno coperto di neve. Proprio quando si pensava che la gita fosse ormai finita, ecco la sorpresa dell’Abbazia di Piona (la fortuna degli ignoranti). Sia arriva scendendo per una strada sassosa che mette a dura prova i vostri ammortizzatori e i cuscinetti. Ma non dubitate: il parcheggio è proprio all’ingresso dell’abbazia di circestensi. Non sapendo nulla non scriverò nulla sull’abbazia (collegatevi al link). Però ho scattato qualche immagine
 
Abbazia Piona
 
e anche girato un piccolo video …



Indipendentemente dal video, merita una visita. Per dovere di cronaca, riferisco di aver visto un frate donna. Per la precisione di trattava di una trentenne, con tanto di coda di cavallo, vestita con il saio apparentemente indistinguibile da quello del frate con cui discuteva passeggiando nello spiazzo antistante la chiesa. Chi sa (o pensa di poter) dare una spiegazione, posti un commento.
Impossibile parcheggiare a Bellano, fermata per il gelato a Varenna. Due palline 2,5 euro (e siamo fuori stagione). Carina la passeggiata lungolago, del tipo nonni con i nipotini. Come a Nervi. Certo che in alta stagione turistica ci deve essere un gran casino. Ripresa l’auto raggiungiamo Mandello Lario, dove la storica fabbrica della Moto Guzzi regala un momento d’emozione (per quelli della mia generazione, quella per intenderci a cui McDonald ha recentemente dedicato un nutriente panino). Lecco arriva subito. Probabilmente abbiamo maturato il riconoscimento di una divinità lariana, perché riusciamo a parcheggiare in striscia bianca: un’ora di godimento trascorsa in centro a passeggiare intorno.
Fine del giro: mancano solo Bellagio e Nesso. Magari una prossima volta.

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