Che cosa c’entra il titolo con le “solite”
fotografie del parco di Monza?
Incominciamo dal principio.
Giovedì, 8
Novembre. Le previsioni danno brutto tempo nel fine settimana: forse è l’ultimo
giorno per fotografare i colori di questo autunno. All’aurora il cielo è terso.
Fa freddo: probabilmente siamo vicini allo zero termico. La scena è appena abbozzata:
i contorni degli alberi cominciano a staccarsi dal cielo mentre i tronchi sono
ancora confusi sul fondale del sottobosco.
Per quanto cerchi di stare attento,
l’alba coglie di sorpresa e ogni volta è meraviglia nuova che si sovrappone ai
ricordi. I raggi di luce radente sono pennelli di colore, china che accentua i
contorni. La scena cambia rapidamente e lo sguardo gira intorno rapido, per
cogliere quante più immagini possibili, pienamente consapevole dell’unicità di
ogni attimo.
Ecco, questa deve essere la creazione: uno spettacolo mozzafiato che si
rinnova ogni giorno, un dono quotidiano che chiede solo di essere accettato. Forse la
genesi non è confinata in qualche momento remoto ma si mostra in tutta la sua
bellezza nel silenzio del parco.
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