Probabilmente ho deluso chi ho incontrato dopo il mio ritorno perchè ho di fatto evitato di rispondere alla domanda (classica) "ma allora come ti sei trovato?" Non per fare il prezioso, ma non ho davvero una risposta che mi convinca e c'è bisogno di qualche tempo per mettere in fila sensazioni, riflessioni e razionalità.
Ho incominciato a rivedere le foto e mi ha subito catturato il sorriso di Israel. Anche questa volta ho trovato molto difficile scattare fotografie a Nirmal Hriday perché è facile cadere nella trappola di sfruttare la chiave del compatimento (e mancare così di rispetto) in cambio di un complimenti per la "bella foto". Israel ha preteso di essere fotografato e ha sfoggiato il suo impareggiabile sorriso con cui combatte da due anni la paresi alle gambe che i medici non sono riusciti a curargli e che lo costringe a stare sdraiato tutto il giorno.
Questa fotografia mi piace perché esprime proprio quella volontà e caparbietà di vivere che vince nella casa dei moribondi, sorprendendo e denudando i nostri pregiudizi e il comune buon senso. E ti contagia.
Ecco, forse il sorriso di Israel è una buona risposta alla domanda "ma allora come ti sei trovato?"
Il nuovo anno ci doni la pace che, nascendo da una speranza sempre rinnovata, ci spinge sempre avanti. Auguri!
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