sabato 8 marzo 2008

Riflessione (a volte capita)

Pensiamo spesso ai (pochi) giorni trascorsi a Nirmal Hriday. All'inizio c' era molta confusione. Oggi il sentimento di pace e serenità che accompagna e pervade i ricordi, invece di affievolirsi, con il trascorrere del tempo sembra prendere vigore; è quasi prepotente considerando come invade i pensieri e le emozioni della giornata.
E' stato davvero grande il privilegio che ci è stato concesso: di conoscere e comprendere come offrire a chi soffre ed è abbandonato “qualcosa” di se stessi, per infinitamente modesto e incompleto sia stato, abbia restituito all'animo un dono di pace e di incredibile, commovente gioia.
A Nirmal Hriday la vicinanza, inevitabile, con i sofferenti ha fatto conoscere alla nostra cecità la potenza e il fascino della luce della carità e dell'amore. Così semplice e grande da lasciare stupefatti. Ma non più increduli, perché ora possiamo dire, testimoniare che è vero.
Ho riletto il libro di Madre Teresa “Il Cammino Semplice” con emozione grande e commozione gioiosa perché ho provato che è proprio gioia vera. Siamo andati a Calcutta sulla spinta di un desiderio tanto incomprensibile quanto fastidiosamente insistente e insinuante. Ora temo di comprendere fosse sete e ho capito che davvero l'unica acqua capace di dare ristoro sia offrire la propria disponibilità al progetto che ti si propone. Il sentimento forte, intenso, affascinante, totalitario è che davvero tu puoi sentirti ed essere utile affidandoti in libertà e consapevolezza a questo richiamo, offrendo le tue mani inesperte, le tue poche conoscenze, la tua buona volontà di fare, i doni che hai ricevuto al servizio di un altro. Non bisogna preoccuparsi perché c'è Chi li saprà adoperare al meglio. Non sei tu a fare. Non è da te che viene il sollievo alla sofferenza e ridona la dignità al povero, al sofferente, al reietto. Come dice Madre Teresa, questa luce potente e magnifica non è tua. Si può essere intellettualmente convinti dell'esistenza della Provvidenza. Oggi ci crediamo perché l'abbiamo sentita, toccata fra le brande a Nirmal Hriday.
Appena arrivato, ho domandato a diversi volontari perché fossero tornati a Calcutta, alla Casa della Carità e della Misericordia. Ora ogni giorno che trascorre aumenta il bisogno spirituale, la necessità fisica di programmare un altro viaggio. Ma la sofferenza non è prerogativa della Casa del Moribondo. E' anche qui, forse più difficile da incontrare, certamente più facile da evitare, ma c'è e chiede dignità, comprensione e sollievo.

Namaste.

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