Per scelta e perché ci tengo a seguire alcuni pazienti-fratelli. Un gentile signore che cammina armato di bastone (l'ho soprannominato Mosè) che settimana prossima dovrebbe ricevere un trapianto di pelle artificiale per coprire una vasta ustione da tè bollente. Un ammirevole uomo con un cancro incurabile e una devastante lesione del pavimento boccale e della mandibola; consciamente vive quest'ultima parte della sua vita terrena con coraggio, determinazione e voglia di vivere (oggi sentendo i profumi dalla cucina ha chiamante fatto capire che avrebbe mangiato un po' di pollo arrostito). Un ragazzo che nella sua breve vita ha già incontrato diverse sfortune; gli si vorrebbe evitare almeno l'amputazione del piede.
È difficile non pensare loro e, per quanto sbagliato, scatta una sorta di senso di colpa se non li si incontra ogni giorno, soprattutto pensando che sono ormai gli ultimi giorni.
In un certo senso è una manifestazione di egoismo perché è davvero molto ciò che riceve da loro. E anche presunzione, perché c'é qualcuno che si sempre, con amore perseverante si prende cura di loro. Insomma sbagliato, ma è così, prestando sempre attenzione a evitare il rischio grave di dimenticare l'umiltà del proprio ruolo di servi inutili. Più che un errore, una tentazione subdola e un vero peccato.
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È già tempo di foto ricordo, con gli auguri a questa giovane coppia di poter gioire della nascita di una numerosa prole! |