All'inizio di un nuovo anno si augura ogni bene, successo, prosperità e altro. Si finisce quasi sempre insoddisfatti e si evitano i bilanci. Nonostante la fama di "anno bisesto, anno funesto" il 2008 è stato un anno di svolta. Importante quindi. Da ricordare, senza alcun rimpianto per il passato e cercando di vivere, sempre, il presente.
Auguri a tutti i navigatori che hanno dedicato un poco del loro tempo per visitare questo blog (quest'anno le visite sono state più di 2.000). Grazie e continuate a farlo nel 2009!
mercoledì 31 dicembre 2008
mercoledì 24 dicembre 2008
Auguri di Natale
Probabilmente ho deluso chi ho incontrato dopo il mio ritorno perchè ho di fatto evitato di rispondere alla domanda (classica) "ma allora come ti sei trovato?" Non per fare il prezioso, ma non ho davvero una risposta che mi convinca e c'è bisogno di qualche tempo per mettere in fila sensazioni, riflessioni e razionalità.
Ho incominciato a rivedere le foto e mi ha subito catturato il sorriso di Israel. Anche questa volta ho trovato molto difficile scattare fotografie a Nirmal Hriday perché è facile cadere nella trappola di sfruttare la chiave del compatimento (e mancare così di rispetto) in cambio di un complimenti per la "bella foto". Israel ha preteso di essere fotografato e ha sfoggiato il suo impareggiabile sorriso con cui combatte da due anni la paresi alle gambe che i medici non sono riusciti a curargli e che lo costringe a stare sdraiato tutto il giorno.
Questa fotografia mi piace perché esprime proprio quella volontà e caparbietà di vivere che vince nella casa dei moribondi, sorprendendo e denudando i nostri pregiudizi e il comune buon senso. E ti contagia.
Ecco, forse il sorriso di Israel è una buona risposta alla domanda "ma allora come ti sei trovato?"
Il nuovo anno ci doni la pace che, nascendo da una speranza sempre rinnovata, ci spinge sempre avanti. Auguri!
Ho incominciato a rivedere le foto e mi ha subito catturato il sorriso di Israel. Anche questa volta ho trovato molto difficile scattare fotografie a Nirmal Hriday perché è facile cadere nella trappola di sfruttare la chiave del compatimento (e mancare così di rispetto) in cambio di un complimenti per la "bella foto". Israel ha preteso di essere fotografato e ha sfoggiato il suo impareggiabile sorriso con cui combatte da due anni la paresi alle gambe che i medici non sono riusciti a curargli e che lo costringe a stare sdraiato tutto il giorno.
Questa fotografia mi piace perché esprime proprio quella volontà e caparbietà di vivere che vince nella casa dei moribondi, sorprendendo e denudando i nostri pregiudizi e il comune buon senso. E ti contagia.
Ecco, forse il sorriso di Israel è una buona risposta alla domanda "ma allora come ti sei trovato?"
Il nuovo anno ci doni la pace che, nascendo da una speranza sempre rinnovata, ci spinge sempre avanti. Auguri!
sabato 20 dicembre 2008
Ritorno
giovedì 18 dicembre 2008
Shopping
Ultimo giovedì e quindi shopping accompagnato da un piatto di fusilli al pomodoro a Pizza Hut (lo so, ho letteralmente sbracato!).
Uno dei must delle compere è Curio, a New Market. Soprannominato anche "volpacchiotto" per via del volto appuntito con occhiali a lenti divergenti, è stranoto fra gli italiani che penso rappresentino una buona fetta del suo giro di affari. Indubbiamente ci sa fare. Accoglienza con ottimo chai, quattro chiacchiere in anglo-italiano e poi via con l'esposizione della merce, dal Ganesh in sandalo all'argento, dalla statua di Buddha alle tre sciemmiette nonvedononsentononparlo. Gran finale con pashmine, the e incenso. Globalmente è piacevole anche se quando capisce che stai partendo e, quindi, è la tua ultima visita, non ti lascia andare per piazzarti il last minute. Cambia anche gli euro anche se tende a raggranellare qualche rupia rispetto al mercato. Quindi, è consigliabile verificare prima il tasso a Sudder Street.
Finale a gironzoli fra i vicoli di Rippon Street, con qualche scatto interessante.
Uno dei must delle compere è Curio, a New Market. Soprannominato anche "volpacchiotto" per via del volto appuntito con occhiali a lenti divergenti, è stranoto fra gli italiani che penso rappresentino una buona fetta del suo giro di affari. Indubbiamente ci sa fare. Accoglienza con ottimo chai, quattro chiacchiere in anglo-italiano e poi via con l'esposizione della merce, dal Ganesh in sandalo all'argento, dalla statua di Buddha alle tre sciemmiette nonvedononsentononparlo. Gran finale con pashmine, the e incenso. Globalmente è piacevole anche se quando capisce che stai partendo e, quindi, è la tua ultima visita, non ti lascia andare per piazzarti il last minute. Cambia anche gli euro anche se tende a raggranellare qualche rupia rispetto al mercato. Quindi, è consigliabile verificare prima il tasso a Sudder Street.
Finale a gironzoli fra i vicoli di Rippon Street, con qualche scatto interessante.
mercoledì 17 dicembre 2008
Inizia a far freddo
Da due giorni fa freddino, diremmo noi. Ecco allora i primi focolari fumosissimi lungo le strade e gli indiani infagottati con sciarpe, scialli, coperte, passamontagna e (udite, udite) qualcuno chiude i finestrini sull'autobus. In effetti è meglio munirsi di una felpa al mattino presto e di sera.
Alcuni negozi in centro vendono abeti verde plastica e sono comparse le prime luminarie.
Nella chiesa di St. James quasi ogni sera prova dei canti di Natale: Merry, Merry Christmas and Happy New Year!
Alcuni negozi in centro vendono abeti verde plastica e sono comparse le prime luminarie.
Nella chiesa di St. James quasi ogni sera prova dei canti di Natale: Merry, Merry Christmas and Happy New Year!
Auguri!
Ecco un augurio insolito, farcito di una sana e autentica cattiveria, che un volontario (italiano) ha rivolto ad un suo conterraneo: "Che ti venga una diarrea fulminante quando stai per decollare (ovvero quando non ci si può alzare) e, soprattutto, ti venga un attacco di malaria il giorno di Natale!"
Niente male, vero?
Niente male, vero?
martedì 16 dicembre 2008
Meno cinque
Giornata piena a Kalighat. Quante volte ho iniziato così il diario (quasi) quotidiano. Ormai siamo agli sgoccioli. A chi mi domanda se desidero tornare a casa, la risposta è si. Cinque settimane sono lunghe da passare. Tuttavia oggi mentre entravo a Nirmal Hriday è comparso un velo di rimpianto. Non si ripeterà.
domenica 14 dicembre 2008
Messa a Kalighat
Oggi ultima messa domenicale a Kalighat. Ho scattato un paio di fotografie (con il permesso di sister Anila, of course). Ho cercato di prendere nota di uno dei ricordi più intensi, sia di questo che del soggiorno precedente. E' la semplicità della Parola che diviene concreta e tangibile in un luogo dove sono radunati alcuni dei più poveri fra i poveri, dove una piccola azione come riempire un bicchiere d'acqua o chiamare un sorriso offrendo il proprio è di fatto condivisione e sollievo, compassione per quanto fugace e momentanea.
Beh, diciamolo, in questa ultima domenica emerge già il profumo di una esperienza come questa. Un autentico privilegio, difficile da comprendere e da vivere come meriterebbe.
Beh, diciamolo, in questa ultima domenica emerge già il profumo di una esperienza come questa. Un autentico privilegio, difficile da comprendere e da vivere come meriterebbe.
Mulino Bianco
Preannuncia il suo arrivo con un paio di trilli di campanello. Parcheggiata la bicicletta estrae il pane e lo appoggia sull'apposita assicella. Poi sfodera un coltello dalla lama affilata e con precisione artigianale affetta il pane che presto, dorato e profumato dalla tostatura, allieterà la colazione degli ospiti di Monica's house. Mulino Bianco a Calcutta!
venerdì 12 dicembre 2008
La signora Pidocchi
giovedì 11 dicembre 2008
Giovedì, pomeriggio di vacanza
Giro in centro dove incominciano ad apparire le prime decorazioni natalizie. Mi dicono che con la seconda settimana di Dicembre saremo in pieno clima festivo.
Per ritornare a Mother House ho preso ancora una volta la via che attraversa il quartiere muslim. L'atmosfera cruda intimorisce e attrae. Ho scattato alcune foto d'ambiente che posto qui di seguito.
Alle sei ci siamo trovati in un piccolo gruppo di italiani presso la tomba di Madre Teresa per recitare il Rosario e per salutare Gaudia che torna domani mattina in Italia.
E poi web per finire il pomeriggio di vacanza con un profumo di casa.
Per ritornare a Mother House ho preso ancora una volta la via che attraversa il quartiere muslim. L'atmosfera cruda intimorisce e attrae. Ho scattato alcune foto d'ambiente che posto qui di seguito.
Alle sei ci siamo trovati in un piccolo gruppo di italiani presso la tomba di Madre Teresa per recitare il Rosario e per salutare Gaudia che torna domani mattina in Italia.
E poi web per finire il pomeriggio di vacanza con un profumo di casa.
mercoledì 10 dicembre 2008
La troupe
Oggi è venuta una troupe televisiva giapponese. Temo che il programma per cui stavano filmando si chiami “Nightmare before Christmas”. Intervista alla superiora e poi via con le inquadrature a pazienti, il paziente che saluta con la mano, il bravo volontario che massaggia il paziente che sorride soddisfatto, e via di questo passo. Ad un certo punto abbiamo detto basta. “No film, no here, please!”
Se volete filmare venite qui almeno per un mese e forse, conoscendo la sofferenza e l'umiliazione di ciascuno, sarete capaci di uscire dagli stereotipi del bravo volontario bianco che salva il povero.
Rabbia! Ma perché mai le Missionarie della Carità permettono questo? Forse la risposta è ovvia.
Se volete filmare venite qui almeno per un mese e forse, conoscendo la sofferenza e l'umiliazione di ciascuno, sarete capaci di uscire dagli stereotipi del bravo volontario bianco che salva il povero.
Rabbia! Ma perché mai le Missionarie della Carità permettono questo? Forse la risposta è ovvia.
La festa delle mucche
Ieri giorni di festa per i musulmani a Kolkata. Ho fatto due passi nel quartiere muslim e ho potuto osservare un gran numero di mucche in mostra, vive e macellate.
Globalmente un'atmosfera un poco sanguigna che rendeva circospetti i miei passi, anche perché ero davvero l'unico forestiero.
Quando poi, dopo aver fotografata questa macelleria il padrone si è affacciato all'uscio con i coltelli in mano per vedere chi fosse l'intruso, ebbene ho salutato e con passo spedito me ne sono tornato a Monica's house.
domenica 7 dicembre 2008
Partenza di un volontario
Dopo tre mesi di volontariato a Kalighat, Christian è tornato in Italia. Ricorderò sempre il suo sorriso accogliente quando, appena arrivato a Monica's House, ho bussato alle 3 di notte alla sua porta.
La cerimonia della partenza prevede un momento in cui tutti i volontari cantano una breve canzone:
"Ti ringraziamo nel nostro cuore
Ci mancherai
Ti benediciamo".
Difficile per chi parte resistere alla commozione!
giovedì 4 dicembre 2008
Come ho passato gli ultimi giorni?
Giornate piene a Kalighat. Nel pomeriggio sto cercando di applicarmi anche a lavori "ordinari" per evitare di recitare la parte del “dottore”, l'holy doc come mi chiamava scherzosamente Rosalia, una ragazza spagnola di Tenerife, che alloggiava a Monica's House.
Poiché, come diceva Madre Teresa, la santità inizia dall'umiltà, in pratica ho cominciato a distribuire le medicine, applicare il benzoato ai due pazienti con la scabbia, stendere e raccogliere i panni e, soprattutto, piegarli. Ieri, mi sono lasciato andare e ho cambiato un paziente che si era orinato in branda e mi sono associato alla catena del lavaggio scodelle. Sono attività che altri svolgono quotidianamente. Io le ho sempre, diciamo così, "aggirate" e penso mi faccia bene applicarmi anche perché mi costa. E questa è una buona cosa.
Ho fatto anche da cicerone ad un gruppo di triestini in visita a Nirmal Hriday.
Poiché, come diceva Madre Teresa, la santità inizia dall'umiltà, in pratica ho cominciato a distribuire le medicine, applicare il benzoato ai due pazienti con la scabbia, stendere e raccogliere i panni e, soprattutto, piegarli. Ieri, mi sono lasciato andare e ho cambiato un paziente che si era orinato in branda e mi sono associato alla catena del lavaggio scodelle. Sono attività che altri svolgono quotidianamente. Io le ho sempre, diciamo così, "aggirate" e penso mi faccia bene applicarmi anche perché mi costa. E questa è una buona cosa.
Ho fatto anche da cicerone ad un gruppo di triestini in visita a Nirmal Hriday.
Un'esperienza da non mancare
Percorso da AJC Bose Road (dove alloggio) fino a Kalighat. Quarantacinque minuti unici per sole 6 rupie (meno di 10 cent).
Le immagini sono state riprese al mattino,quando freschi e riposati, si sorride volentieri. Il ritorno alla sera e' un autentico tormento e la calca rende impossibile ogni tentativo di ripresa.
Le immagini sono state riprese al mattino,quando freschi e riposati, si sorride volentieri. Il ritorno alla sera e' un autentico tormento e la calca rende impossibile ogni tentativo di ripresa.
Una fotografia per non farci l'abitudine
Un appunto prima di dimenticarmene.
Internet café. Una signora chiede dove è il bagno. Risposta a voce alta del gestore: “For the short or for the long? The short is ok. For the long there isn't water!”
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