mercoledì 24 agosto 2011

Mauthausen

Una tappa imprevista perché non sapevo si trovasse in Austria, a pochi chilometri da Linz. 
Due appunti.
Con timore ho sfiorato le pietre del muro del pianto, il luogo dove venivano ammassati i nuovi arrivati in attesa di essere destinati a una baracca. A queste pietre si sono appoggiati esseri umani in preda alla disperazione, quella profonda che coglie quando cade anche la speranza assurda che ci deve essere una fine al male.
Le foto degli ufficiali delle SS invocano pietà divina per uomini che si sono resi responsabili di crimini inconcepibili. A loro si rivolge il perdono per chi non é consapevole di ciò che sta commettendo. Nei loro sguardi si coglie il vuoto.
La visita a Mauthausen, o a un altro simbolo della ferocia nazista, dovrebbe essere parte di ogni programma educativo, perché sia mostrato alle generazioni cosa può accadere quando viene a meno la tolleranza e si calpesta il principio di fratellanza.
La foto: lo spioncino della camera a gas.

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