martedì 16 settembre 2008

Notizie da Calcutta

Recentemente ho avuto modo di abbracciare una persona che ho incontrato a Calcutta e che mi è diventata davvero cara. Le ho domandato notizie su quanto avevo lasciato. Non dovevo. Prima di incontrarla, mi ero più volte ripromesso di evitare l'argomento. Ma non ho saputo (e, per dirla tutta, neppure voluto) resistere. E così ho appreso che lo stoico uomo con le ustioni sta bene mentre babu Dadu, il sommergibilista e Aji, il ragazzo che aveva scampato la polmonite, hanno lasciato e vinto ogni sofferenza e le loro anime sono ora libere. La commozione è stata acuta, inevitabilmente forte, una stretta che dalla gola offusca gli occhi e stordisce. Il knock out non ha lasciato però alcun alone di tristezza e di rammarico. Oggi, ripensare a loro, che sento fratelli, mi spinge piuttosto a sorridere e il ricordo finale, vincente è la risata, prolungata e coinvolgente, di Aji che mi prende in giro mentre disegno sul suo album il volto di una sister.

Namaste.

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