Non ricordo quanto tempo sia trascorso dall’ultima volta ma un tempo non era infrequente partire la domenica sera. Sempre spiacevole (anche se scegli l’ultimo volo, in pratica ti salta il pomeriggio); all’imbarco soliti gruppi di asiatici festanti con le borse di Prada e profughi del business. Piccole differenze nell’armamentario come-sfuggire-alla-solitudine: al blackberry, ormai ubiquitario e sempre in fermento, si aggiunge un secondo cellulare (quello per gli affetti privati?), l’i-pad (per giocare) oppure l’e-book.
Gustato il “servizio previsto per questo volo” (salatini e cola) eccoci a London Heathrow, terminal 5 (terminal: perché si è ormai arrivati al fondo?): albergo di lusso pluristellato ma senza possibilità di vedere il cielo, sostituito da lampade blu. Unica nota positiva. la gimcana in bus-kart dal terminal 4 al 5 e ritorno.
Altri tempi, nessuna nostalgia.
1 commento:
Articolo molto carino. Complimenti!
Tra tutti gli aeroporti di Londra quello di heathrow è quello che preferisco.
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