L’offerta è irresistibile: 50% di sconto per l’andata e ritorno in giornata. Non è che il biglietto sia proprio a buon mercato: €49,50 per tratta in seconda. Ma sul Freccia Rossa, a 300 all’ora.
Partenza da casa alle 6:00, in auto per raggiungere la Milano Centrale. C’è un treno che arriva alle 6:52 ma c’è da fidarsi? Bastano pochi minuti e il Freccia Rossa ti lascia sulla banchina e hai perso il biglietto. E poi al ritorno le coincidenze sono rare.
Infatti, come accadeva una volta quando le ferrovie erano sempre in orario, partiamo alle 7.00 spaccate. Ci fermiamo subito a Rogoredo ma dopo pochi minuti sfrecciamo nella nebbia padana. Il benvenuto bilingue è seguito dall’annuncio che in prima classe verranno serviti snack, bevande (incluso lo spumante, magari per addolcire una notte di bagordi che solo i ricchi, come ormai ben sappiamo, possono permettersi) e giornali a scelta. Mi concentro sul free-press che ho preso prima di partire.
Posto finestrino. Ho anche fatto spostare il signore che l’aveva occupato abusivamente. “Mi scusi ma il 41 dovrebbe essere mio” avevo sussurrato con tono mellifluo che in realtà suonava come un ordine perentorio: togliti dal posto, il mio posto che ho prenotato! Il signore si è spostato, un po’ malvolentieri, ma si è spostato. Dopo qualche minuto ho scoperto che il posto finestrino è in parte limitato dal cestino e da una canaletta sul pavimento; perciò si è obbligati a sedersi in obliquo, diciamo sui 100°. Una posizione scomoda che rende difficoltoso l’accesso alla tastiera del portatile. Mentre ero assorto in queste riflessioni, il vicino ha conquistato tutto il bracciolo di mezzo, ha appoggiato il suo gomito sulla mia pancia e, dopo avere letto un paio di registrazioni telefoniche, si è addormentato. Non avevamo nemmeno attraversato il Po che già russava. A questo punto la domanda chiave era diventata: “Scende a Roma o tira dritto fino a Napoli?”. In accordo alla legge di Murphy era napoletano, ma bisogna dire che poco dopo Bologna avevamo già raggiunto un tacito accordo di condivisione del bracciolo.
Il Freccia Rossa è passato diritto alla stazione di Bologna, senza fermarsi. Ma come? Bologna oltre a essere dotta, grassa e rossa, era descritta nel sussidiario come il più importante scalo ferroviario d’Italia. Un tassello di conoscenza acquisita alle elementari si è così dissolto.
Ma non c’è tempo per rammaricarsi. Il suono della nuova civiltà, della e-civiltà chiede attenzione, anzi se la prende. Ecco due e-ducati che provano le diverse suonerie per stabilire chi ha il cellulare (Nokia o i-Phone?) più dotato. L’unica soluzione è mimetizzarsi infilandosi gli auricolari dell’i-Pod.
Il Freccia Rossa va veramente veloce. In un baleno passiamo Firenze ed è subito Roma. La sensazione di velocità è pressoché nulla. Si scivola e stupisce vedere le macchine “ferme” nei tratti dove la ferrovia affianca l’autostrada.
Arrivo a Napoli in perfetto orario alle 11:30.
Il ritorno è stato più breve anche perché appena lasciata Napoli mi sono addormentato e mi sono risvegliato a Roma Termini; poi ho visto un film sul portatile e letto un libro, che mi ha portato fino in Padania. Ho sempre avuto la fortuna di avere qualcuno al mio fianco e di fronte, così ho potuto apprezzare fino in fondo la scomodità del posto finestrino: d’ora in avanti si prenota solo corridoio. Nell’ultimo tratto mi sono appassionato ad un discorso in anglo-italiano e così siamo arrivati. Con 7 minuti di ritardo, ma nessuna lamentela!
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