venerdì 21 novembre 2008

E una settimana se ne e' andata

Il risveglio è all'insegna del cattivo umore. Prendo tempo a letto, non perché abbia sonno: semplicemente non ho voglia di alzarmi.
Quando arrivo a Kalighat c'è un vecchietto con la febbre alle stelle e un accenno di convulsioni. Inizio a fargli impacchi di acqua ghiacciata. E mentre mi prodigo ecco che vengo pizzicato da una zanzara. Mosquito, come dicono qui. Proprio a Kalighat! Malaria, dengue o che altro, mi domando. Ormai è fatta e rimango lì con il vecchietto e la zanzara, ammirata per la mia dedizione, colpisce ancora. Cominciamo a contare i giorni e iniziamo la profilassi con clorochina. Il secondo paziente mi accoglie scuotendo la testa. Mi fa segno che va male e infatti l'odore è di cattivo presagio. Lo pulisco al meglio, compatibilmente con il suo dolore, lo medico e speriamo di aver ripagato degnamente il male che gli ho procurato.
E' poi il turno del trentenne con un enorme ascesso al gluteo sinistro. Il medico indiano con un colpo deciso gli apre un foro e incominciano ad uscire sangue e grumi di pus. Alla fine ce ne è abbastanza per fare un mezzo litro abbondante. Il poveretto va in ipotensione e solo dopo un'ora riprende un aspetto dignitoso. Comunque il suo problema dovrebbe essere risolto.
Per premio un bel caffè con la moka da Teresa, così gentile da scacciare tutto e riempire il cuore. Mi rimane la domanda se questa giornata ha avuto un gran senso.

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