17 Novembre 2008
"Che cosa ci faccio qui?"
La mattina a Nirmal Hriday è trascorsa seguendo la scia di questo pensiero e mi e' sembrato di riscoprire l'emozione di offrire.
Nel pomeriggio iscrizione. Bisogna andare a Shishu Bavan, a poche centinaia di metri da Mother House. Non c'era Sister Karina perché ammalata. In sostituzione Sister Margaret, dolce e sorridente come tutti i coreani.
"Che cosa ci faccio qui?"
La mattina a Nirmal Hriday è trascorsa seguendo la scia di questo pensiero e mi e' sembrato di riscoprire l'emozione di offrire.
Nel pomeriggio iscrizione. Bisogna andare a Shishu Bavan, a poche centinaia di metri da Mother House. Non c'era Sister Karina perché ammalata. In sostituzione Sister Margaret, dolce e sorridente come tutti i coreani.
Il giaciglio
“Che cosa sei disposto a dare?”
Ebbene la missione non è romanticismo. E' un continuo offrirsi, mettere in gioco la propria disponibilità dai disagi minimi fino ad arrischiare la propria salute.
Francamente sono impreparato.
Buffo e imbarazzante momento di volontariato. Sono arrivati 3 esterni con ferite ai piedi. Allora mi hanno messo proprio all'entrata e lì ho cominciato a pulire piedi e ferite. In vetrina, sotto gli occhi di un pubblico attento. Speriamo giudice benevolo. Certo se penso che bisognerebbe rimanere nell'ombra...
Dopo una giornata piena a Kalighat ci voleva un ristorante italiano (Ice and Fire. Io che ho sempre dichiarato a voce alta che mangiare gli spaghetti fuori dall'Italia era da idioti e che bisogna adattarsi al cibo locale, dopo tre giorni di riso scotto e verdure bollite (“vegetables” suona meglio), consigliato da una bergamasca che mi ha assicurato “Sono buoni”(quelli di Bergamo sanno cosa sono gli spaghetti?), ebbene ho ordinato un piatto di spaghetti al pomodoro. Ebbene non erano scotti: questo e la fame hanno fatto sì che li mangiassi tutti nonostante il pomodoro fosse in realtà una salsa indegna. Ottima come sempre la Kingfisher, birra indiana di gran classe (non conosco altre marche, sia inteso).
Simpatica la conclusione della serata quando una volontaria, dall'accento ticinese, non ha voluto dividere e ha pagato solo la sua pizza (240 rupie) a fronte di un costo medio di 380 rupie (7 euri). Niente di grave. Avendoci allietato la serata con i racconti delle sue opere di misericordia fra Calcutta, Cambogia e altri paesi forse avrebbe meritato il pasto gratuito.
19 Novembre 2008
La notizia del giorno è la partenza di padre Agostino, sudcoreano che avevamo incontrato già a Febbraio scorso. Dopo un anno torna nel suo paese, stanco ma felice (come parrebbe proprio). Messa a Nirmal Hriday e festa di ringraziamento. Commozione mal trattenuta al canto di saluto: ti ringraziamo con il cuore, ti abbiamo nel cuore, ci mancherai e ti benediciamo.
Beh, verrebbe da dire che la Chiesa ha un buon pastore (e non solo per le pecorelle sudcoreane).
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