Giornate piene a Nirmal Hriday. Si inizia subito alle otto fino a mezzogiorno. Poi pausa spuntino (mandarini, banane, o mele comprate nel mercato locale), lettura e pisolino sulle panche (ho imparato dai giapponesi: basta rannicchiarsi e non pretendere di girarsi). Poi due pensieri di fronte al Crocefisso che domina Nirmal Hriday.
Martedi' scorso, quando sono arrivato a Nirmal Hriday il mio sguardo è subito corso alla branda numero 11. Vuota. Non e' raro ma e' sempre uno scossone alle proprie certezze di invulnerabilita'. “Perché?” ho chiesto a Sister Anila. Lei mi ha risposto che era la volontà di Dio. Mi domando se Dio non l'abbia dovuto accogliere solo perché non siamo stati capaci di amarlo.
Giornate piene, un po' fuori del mondo, con il timore di interiorizzare e di assuefarsi.
Mi hanno domandato: "Come ti trovi questa volta?". Ho risposto che era diverso. "Per forza, l'altra volta non avevi capito niente. cominci a comprendere la realtà. La prossima volta entrerai nella ferita."
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