A Krishnanagar, un quartiere alla periferia sud di Calcutta, a un’ora di camion da Shishu Bhavan. Siamo partiti verso le 8:15; una ventina fra Sister e volontari stipati nel cassone del camion Tata azzurro con sacchi di zucchero, medicinali, panche e tavoli. Un’ora trascorsa recitando il S. Rosario.
Ed eccoci alla parrocchia di S. Antonio dove ci aspettano circa 400 persone, in maggioranza donne con i propri bambini.
Il camion fa fatica ad entrare perché la folla invece di spostarsi lo circonda.
I posti in fila sono segnati da una borsa con sopra un sasso, ma è difficile mantenere un ordine. In particolare le donne con i bambini si accalcano dentro l’ambulatorio di pediatria, tanto che è necessario respingerle di forza. Vengono da tutto il circondario e chissà da quanto tempo aspettano. Fa caldo ma immagino come possa essere l’ambiente sotto il sole di Giugno, a 40-50° C.
Ecco alcune delle poche immagini che ho potuto rubare prima di vergognarmi troppo.
Tosse, mal di stomaco, dermatiti, astenia. Soprattutto malnutrizione. Le medicine si esauriscono rapidamente. Ma i più richiesti sono il latte in polvere (due tazze a testa) e lo zucchero (diciamo un paio di chili cadauno). La fame e la lotta per il cibo, a costo di litigare, farsi cacciare e riprovarci subito dopo. Una immagine sopra tutte: una donna si avvicina al camion, rapida raccoglie in un sacchetto di plastica tutto lo zucchero sul pianale e in tutta fretta si allontana con il bottino di una dose extra. La pediatra irlandese è preoccupata che tanto zucchero possa portare un domani ad una esplosione del diabete. Riflettendoci concordiamo che a questi bambini non interessa il domani: ciò che conta davvero è sopravvivere oggi.
Introno all’una è tutto finito. Quasi tutta la gente se ne è tornata a casa o sta aspettando l’autobus fuori della parrocchia. Il camion è vuoto e torniamo a Shishu Bhavan mangiando biscotti, caramelle e cioccolatini. Le Sister intonano canzoni in bengoli. Giusto staccare: il camion con altri volontari tornerà a Krishnanagar fra due settimane per continuare a sostenere questi fratelli poveri con altro zucchero, altre medicine e una luce di speranza.
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