Mattinata piena al dispensario. Forse c’era più gente della volta scorsa. Non è facile, anzi è difficile prestare attenzione a tutti. La maggior parte dei pazienti arriva con un foglio dell’ospedale e la prescrizione di farmaci appena commercializzati, che ovviamente i pazienti non si possono permettere di comprare. Viene da domandarsi perché i medici indiani, a cui queste situazioni dovrebbero essere be note, non prescrivano farmaci “più poveri” e più facilmente reperibili. Invece bisogna sostituire l’ultima novità con i farmaci a disposizione. Che talora sono pochi e sparsi: spesso non si riesce a fornire un quantitativo sufficiente per 7-10 giorni. Per cui si fa affidamento su farmaci di base: finito il salmeterolo per via inalatoria bisogna sostituire con le compresse di salbutamolo, preparati a base di magnesio invece di inibitori di pompa all’ultima moda e così via. Per cui molto tempo viene dedicato a consultare i prontuari indiani e a frugare nelle scatole.
Il tempo per una breve visita, giusto un’auscultatina ai polmoni e una misurazione della pressione, non c’è per tutti. La Sister mi ha ripreso più volte per i tempi … ma cerco di fare l’indiano.
Nessun commento:
Posta un commento