mercoledì 6 giugno 2018

Devanand

Le pupille sbucavano dalle orbite gonfie e uno sguardo acuto, determinato raccontava una sofferenza così intima, profonda da distogliere ogni attenzione dal volto tumefatto. Certo la visione del collo letteralmente squarciato dal tumore in stadio avanzato era davvero impressionante.

Così ho conosciuto Devanand. Il nome è di fantasia e non conosco la sua storia. Aveva 50 anni. Non sembrava bengalese; i suoi tratti e il colore della pelle  richiamavano piuttosto una qualche parentela europea. Si capiva che aveva ricevuto una buona educazione e comprendeva molto bene l’inglese. Di carattere deciso, sembrava abituato a dirigere; mi sono fatto l’idea fosse stato un sarto perché con dita esperte controllava le cuciture e la qualità del tessuto delle kurta che indossavo.

L’hanno raccolto a casa, dove giaceva abbandonato dai parenti che non potevano prendersi cura di lui. In ospedale avevano sentenziato che non c’era nulla da fare e così, accompagnato da dozzine di larve di mosca che rischiavano di soffocarlo, è arrivato a Nirmal Hriday.

É stato lavato, rivestito con panni freschi di bucato ed è stato medicato con delicatezza per rimuovere quanto più possibile le larve, disinfettare la fistola. Gli sono stati somministrati potenti analgesici per sedare il dolore e lenire la sua sofferenza. Con maestria la Sister gli ha messo un sondino gastrico e, finalmente, Devanand ha potuto bere e mangiare.
Gli è stato assegnato il letto con le sbarre e con il materassino anti-piaghe da decubito. Devanand trascorreva la maggior parte del tempo in ginocchio, in posizione antalgica, cercando di dormire o, per lo meno, di rimanere assopito il più a lungo possibile.
Veniva medicato ogni giorno, per ultimo, così da potergli dedicare tutto il tempo necessario senza fretta. La medicazione di Devanand era diventata presto un rito ben preciso, svolto nella penombra alla luce delle torce perché l’illuminazione diretta gli dava fastidio. Solo garze di qualità, che non si sfilacciassero, per pulire con delicatezza le piaghe e, imbevute di disinfettante, riempire la fistola. Otto cerotti 10x4 cm per creare una sorta parete elastica sottomandibolare adesa alla nuca. Quando tutto era finito, Devanand indossava la mascherina azzurra che ridonava una parvenza accettabile al suo volto. Congiungeva le mani in segno di ringraziamento e poi andava a ricevere il suo pranzo liquido con le prelibatezze frullate dalla volontaria giapponese.

Devanand sopportava con dignità l’umiliazione del suo stato. Perdeva la pazienza solo quando il dolore era insopportabile e l’analgesico tardava.

Devanand era cattolico. Nell’intimità, Devanand si rivolgeva a Cristo portando l’indice dal petto in alto verso il Crocefisso che proteggeva il suo letto e chiudendo le palpebre.
Ho visto le sue lacrime brillare durante la consacrazione e il suo sguardo illuminarsi di vita quando il sacerdote si avvicinava per accoglierlo simbolicamente alla mensa eucaristica.

Devanand riceveva frequenti visite: quando era sveglio era spesso circondato dalle Sister e dai volontari. Qualcuno trascorreva tutto il tempo con lui, tenendogli la mano a fianco del letto o “scarrozzinandolo” in giro per il piano.
Ottenere un sorriso era difficile, ma unico. E così ricordo il suo sguardo, sorridente, quasi gioioso, quando sono andato a salutarlo e ha adagiato il palmo della sua mano sul mio capo.

Gli occhi di Devanand si sono chiusi alla luce di questo mondo all’alba del primo giorno del mese. Sua madre e suo fratello erano al suo capezzale. Mi piace immaginare abbia sorriso.

Non ho potuto tenere questa storia chiusa nel mio scrigno personale perché mi sono convinto della necessità di dare testimonianza e modo a chiunque lo desideri di dare un volto preciso “ai più poveri fra i poveri” e comprendere quanto sia attuale la missione che quotidianamente, comunque e nonostante, si svolge a Nirmal Hriday, fondato da Madre Teresa di Calcutta nel 1952: accogliere nell’Amore e offrire dignità alla sofferenza e alla morte. Forse per questo è così difficile lasciare Nirmal Hriday.

sabato 24 marzo 2018

Si riparte

Quasi quaranta giorni di Calcutta e ... si vede!
Ieri ho salutato Normal Hidray. Non nego il filo di commozione, soprattutto perché si salutano fratelli  che non capiscono perché tu te ne debba andare proprio adesso.
Insomma, un luogo speciale che dimostra come l'amore per il prossimo quando espresso in fatti concreti, al meglio di se stessi, sia fonte continua di pace e, diciamolo, gioia. Questa grande convinzione di Madre Teresa, alimentata dalla Provvidenza, arriva a noi e a noi è affidata l'opportunità di diffonderla là dove abitiamo. Nirmal Hriday è ovunque e possiamo sempre avere il privilegio di aiutare chi è in difficoltà. In prima persona, mettendoci del proprio: questo è l'ingrediente più importante.

venerdì 23 marzo 2018

martedì 20 marzo 2018

Cosa porti a casa?

Ovviamente il tè, Darjeeling in quantità e quel che basta di Assam.

Due nuovi negozi.

A. Tosh & Sons si trova a New Market, in pieno centro. Il negozio si trova sul lato destro, è un po' nascosto e facilmente si passa oltre. Il miglior tè in foglia è quotato a 2.000 rupie al chilo (circa €25). Poco disposti a trattare, ho adottato un approccio "astuto" e così sono riuscito a "strappare" gratis mezzo chilo di Assam.




Il New Tea Centre si trova al 33/9 di SN Banerjee Road, Taltala. Gestito da una famiglia Sikh è m molto frequentato dai locali. Stesso prezzo per il miglior darjeeling ma ... prendere o lasciare.

domenica 18 marzo 2018

Un rapido aggiornamento

Giornate intense. A Nirmal Hriday ci sono angeli che aiutano con esemplare dedizione. Una novizia è davvero molto brava, impara e prende l’iniziativa. Bene perché sarà lei a prendersi cura dei “miei” pazienti. È arrivata anche una infermiera giapponese di Osaka. Brava, se ne tornerà a casa lunedì. Un dono breve ma davvero intenso.
Che esista davvero questa Provvidenza? Qui tutto procede per la Sua grazia. Ed è bello stupirsi!

Convegno straordinario dei Calcutta Crows. Argomento confidenziale. Tanti crocidii e un nulla di fatto (17 marzo 2018)

giovedì 15 marzo 2018

Secondo giovedì di "non vacanza"

Per scelta e perché ci tengo a seguire alcuni pazienti-fratelli. Un gentile signore che cammina armato di bastone (l'ho soprannominato Mosè) che settimana prossima dovrebbe ricevere un trapianto di pelle artificiale per coprire una vasta ustione da tè bollente. Un ammirevole uomo con un cancro incurabile e una devastante lesione del pavimento boccale e della mandibola;  consciamente vive quest'ultima parte della sua vita terrena con coraggio, determinazione e voglia di vivere (oggi sentendo i profumi dalla cucina ha chiamante fatto capire che avrebbe mangiato un po' di pollo arrostito). Un ragazzo che nella sua breve vita ha già incontrato diverse sfortune; gli si vorrebbe evitare almeno l'amputazione del piede.
È difficile non pensare loro e, per quanto sbagliato, scatta una sorta di senso di colpa se non li si incontra ogni giorno, soprattutto pensando che sono ormai gli ultimi giorni.
In un certo senso è una manifestazione di egoismo perché è davvero molto ciò che riceve da loro. E anche presunzione, perché c'é qualcuno che si sempre, con amore perseverante si prende cura di loro. Insomma sbagliato, ma è così, prestando sempre attenzione a evitare il rischio grave di dimenticare l'umiltà del proprio ruolo di servi inutili. Più che un errore, una tentazione subdola e un vero peccato.

È già tempo di foto ricordo, con gli auguri a questa giovane coppia di poter gioire della nascita di una numerosa prole!

mercoledì 14 marzo 2018

Macché stanchezza!


Solo un calo di entusiamo, complici le condizioni climatiche da "solleone".

L'attività a Nirmal Hriday prosegue imperterrita, così come deve essere. Se sei giù di tono c'è chi fa al posto tuo. Le Sister sono davvero gentili. Mi hanno imposto (nel senso che non mi hanno tolto gli occhi di dosso finché non ho terminato) di mangiare pane spalmato di marmellata di mango (buonissima!) e una banana, accompagnate da una tazza di chai caldo.

Fuori il blogger!




venerdì 9 marzo 2018

È arrivata un po' di stanchezza

È arrivata la stanchezza! Presto o tardi, non lo so, ma è qui.
Meno attenzione, tentazione di superficialità ("vediamo domani"), ascolto superficiale ("ho capito, aspetta, vengo dopo"). Voglia di stare sdraiato, conta dei giorni che mancano. Due settimane, comincia la conta dei penultimi giorni.

Omaggio alla dea Kalì

lunedì 5 marzo 2018

Foto (quasi) d'autore


L'amministrazione comunale sembrava decisa a togliere dalle strade i rickshaw (o pedicab) trainati dagli "uomini cavallo", come Hasari Pal un protagonista de La Città della Gioia, famoso romanzo di Dominique Lapierre del 1985 da cui è stato tratto un altrettanto famoso film.

Nel 2013 era diventati rari. Invece in questi giorni mi sembra proprio siano più numerosi, non solo anziani consumati dal mestiere ma anche giovani.
Come nel passato non riesco a salirci. Falso pudore, certo, perché alla fine sarebbe un contributo alla loro giornata. Comunque, non ci riesco.

domenica 4 marzo 2018

Foto d'autore



Difficile capire se questa campagna di sensibilizzazione forzata abbia successo. I motociclisti con casco, slacciato o meno, se ne vedono parecchi. Pochi invece i passeggeri, bambini e mogli, che ne beneficiano.

Giornate molto intense

Caldo a parte (ma questa notte dovrebbe piovere) le giornate sono piuttosto intense a Kalighat. Ieri sono arrivati tre nuovi fratelli-pazienti recuperati in stazione. Due sono un po' conciati e per uno in particolare le condizioni del piede sono piuttosto preoccupanti. Quando sarà "pulito" dovrà andare in visita chirurgica. Per il momento hanno bisogno di essere accuditi al meglio. Compassione, nel senso letterale di percepire la loro sofferenza desiderando di alleviarla, dedizione resistendo alla fretta di "chiudere", non dimenticare mai di sorridere. La ricetta è sempre la stessa: occorre perseveranza. Per ottenerla non è sufficiente contare in se stessi, occorre confidare nel Cristo Crocifisso che abbraccia Nirmal Hriday.
É incredibile il potere empatico di un sorriso e, al termine della medicazione, è grande, impagabile la soddisfazione (gioia?) di cogliere sui loro volti, spaventati dopo tanto tempo trascorso abbandonati ai margini delle strade, un accenno di sorriso in contraccambio. Si, dai, non avere paura, qui sei comunque accolto al nostro meglio.


Un banco all'ingresso del tempio di Kalighat


giovedì 1 marzo 2018

Oggi ... vacanza

E allora cosa di meglio di una corsetta senza pretese al Maidan Park. Caldo afoso nonostante non fossero nemmeno le 9:00. Comunque molta gente a giocare a cricket o a calcio. Anche pallavolo. Dimenticavo: oggi non è solo festa per il volontario ma e Holi, la festa Hindu dei colori che celebra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera (31° C e percepita 39° C!).
L'importante è evitare di ricevere un palloncino pieno di colori verosimilmente all'anilina ...

Maidan Park, i tipici colori della primavera ...

Nota ai naviganti
Nei giorni scorsi internet funzionava a singhiozzo perché è stato superato il tetto di Gb ... Ecco spiegato il silenzio.

domenica 25 febbraio 2018

Domenica

I giorni corrono veloci, come sempre, come ovunque. La recita delle Lodi seguita dalla S. Messa delle 6:00 è un momento bello così come è irrinunciabile l'ora e mezza della sera. Sto leggendo il libro di Giobbe: per quanto riesco a capire è impressionante il confronto di questo uomo giusto con il suo Dio. Aspro, quasi offensivo. Riconosco i giorni trascorsi pregando per un miracolo preteso e la dolorosa delusione che ne è seguita
Sto leggendo anche l’Evangeli Gaudium, per trovare una prospettiva.

Mi accorgo ogni giorno di più di quale privilegio mi sia stato concesso destinandomi a Nirmal Hriday. Spero di non sprecarlo e di ricordarmene quando ti coglie la frustrazione di non potere fare di più. È difficile soccorrere nella povertà i poveri fra i poveri, ma non bisogna mai demordere. C'è bisogno di tenacia per corrispondere alla incredibile voglia, bisogno di vivere di questi fratelli. Ecco forse così si può dare un'idea di cosa sia Nirmal Hriday. La serenità è un mistero.

Pubblico qui di seguito alcune immagini di vita quotidiana.

A colazione preferite un chai ...

o l'acqua di cocco?



In visita al tempio di Kaligath? Ecco le vostre guide ad attendervi. Preparate le rupie.

venerdì 23 febbraio 2018

Inquinamento a chilometro zero!

A.J.C. Bose Road, ore 5:30 circa.

L'immondizia viene raccolta e incenerita sul posto. A chilometro zero!

martedì 20 febbraio 2018

Beh, allora che cosa stai facendo?

La domanda non è nuova ma una risposta aggiornata a questa sesta esperienza in corso è dovuta. Con una premessa importante: nessun caso specifico perché non c'è spazio per personalismo nel privilegio del volontariato.

A Nirmal Hriday è quasi sempre una giornata particolare. L'ambiente è tutto sommato sereno anche se la sofferenza è palpabile in ogni incontro. É dolore e disperazione per chi soffre piaghe da vermi e quotidianamente sopporta medicazioni davvero dolorose soprattutto nei primi giorni quando è necessario contrastare l'infezione. É ricerca di comprensione, in fondo un sorriso vista la barriera linguistica, per chi soffre di disturbi mentali o disabilità fisiche gravi. Nel sovrapporsi di attività non è facile, anzi è talora difficile, accorgersi del fratello che ti sta di fronte. Eppure accade e quando lo senti, è bello. Nonostante la stanchezza, da cui è importante diffidare. Ho imparato che quando ti accorgi di essere stanco perché non ce la fai proprio a sorridere, è meglio per tutti se prendi un giorno di riposo; non c'è l'obbligo di timbrare il cartellino. Infatti la stanchezza è nemico subdolo che ti spinge a completare ciò che stai facendo portandoti all'indifferenza. No, bisogna sempre riservare un tempo per piangere con chi soffre e scherzare con chi ride. É necessario sorridere e far sorridere e anche compiacere chi apparentemente ti sta facendo perdere tempo ma in realtà ha bisogno di attenzione. É così che si stabilisce il contatto empatico che giustifica il tuo essere con loro.

sabato 17 febbraio 2018

Auto nuova!

Considerato il traffico e come si circola ... 

Rito propiziatorio per la nuova auto

vale la pena di riconoscere la giusta prebenda al santone!

Il santone all'opera ... non c'è scampo per i meccanici!

venerdì 16 febbraio 2018

Eccoci a Nirmal Hriday (aggiornato)


Nirmal Hriday

La registrazione all'ingresso
Ci vuole tempo per orientarsi. Di solito nei primi giorni si è d'intralcio perché le attività, apparentemente disordinate, sono regolate in base a ritmi consolidati nel tempo. Toeletta, colazione, lavaggio delle scodelle, bucato di lenzuola, pigiami e altro, medicazioni, pranzo e lavaggio delle scodelle. La mattina scorre in fretta.

Con l'esperienza ho imparato quanto sia importante guardare con attenzione, per distogliere lo sguardo dalle piaghe e cercare di stabilire prima un contatto con il fratello che soffre. Sguardi che s’incontrano, intensi, capaci di superare ogni barriera linguistica. Mani che si stringono quando la paura e il dolore si fanno più forti. Un bicchiere d'acqua quando serve.

Piccoli niente che danno un senso, non solo alla giornata. Non è necessario venire a Calcutta. Qui è più facile anche per i più indifferenti.


mercoledì 14 febbraio 2018

A destinazione (quella vera)

Sono stato destinato a Nirmal Hridray.

Non come semplice turista (è segnalato anche da TripAdvisor con 5 stelle!), spero.

Ci sono già stato nel (vai sul link→) 2008 e, superato il momento dello stupore, è stata una esperienza difficile.
É un vero privilegio e mi auguro di non esserne completamente indegno.

Post-scriptum
Questa mattina ho fatto "promozione" e grazie davvero ai tanti che si sono collegati.

martedì 13 febbraio 2018

A destinazione

Il viaggio è stato un po' estenuante. Segno dell'età che avanza? Ecco una video sintesi.


Calcutta è immutata, crocidio compreso. Ma avremo modo di parlarne più avanti.
Per il momento buonanotte.

Ho dimenticato ... il taxi non c'era. Si sono dimenticati del servizio. Per fortuna ho trovato un autista onesto che si è meritato anche una mancia.

lunedì 12 febbraio 2018

Sei contento?

È la domanda più frequente che mi sento rivolgere.
Non ricordavo quanto fosse pesante l'idea di lasciare casa e, di conseguenza, penso che (in questo momento di nostalgie anticipatorie) il ricordo più vivo dei precedenti viaggi sia stato proprio il momento del ritorno, il silenzio del traffico, ritrovare casa.
E allora perché ci vai ancora? Domanda difficile, risposta incerta. Posso dire che certo non muoio dalla voglia ma che mi sento di dover andare. In altre parole: se non andassi sarebbe un fallimento, una rinuncia. Si, il motivo di questo viaggio è cercare di vivere, senza distrazioni, questa esperienza. Spirituale e anche pratica.
E adesso si parte.

lunedì 5 febbraio 2018

Un piccolo suggerimento

Diversi amici mi hanno chiesto se questo blog fosse di nuovo attivo. Ebbene, si!

Se invece siete nuovi internauti e (davvero) volete trascorrere un po' di tempo per informarvi sui precedenti viaggi indiani, potete digitare nella sezione qui a fianco "Cerca nel blog" le parole chiave "Kolkata" oppure "India".
Tenete conto che i collegamenti alle raccolte d'immagini sono datati e molti non sono più attivi. Devo ripristinarli, ma ci vorrà tempo. 🙏 

Preparativi

Manca poco più di una settimana ed è tempo di procedere a ritmo spedito. Già si è formato un bel mucchietto di cose da mettere in valigia.

  • Farmaci (solo quelli essenziali o che sono difficili da reperire in loco).
  • Antizanzare: VAPE spray e piastrine sufficienti a coprire una guerra chimica totale 24 ore al giorno per 40 giorni.
  • Un grembiule verde scuro nuovo di zecca: è molto utile per coprirsi durante i servizi. Meglio se 100% sintetico così da lavarlo ogni giorno. (sebbene siano messi a disposizione dalle MC, preferisco portarmene uno nuovo che poi lascio in eredità).
  • Magliette, sempre sintetiche, che non richiedono stiratura e possono essere lavate e asciugate ogni giorno (è bene indossare sempre abiti puliti).
  • Guanti monouso: indispensabili.
  • Tappi per le orecchie: quelli rosa di cera per le notti o i momenti in cui si è davvero intolleranti al rumore.
  • Tavolette di cioccolato fondente: indispensabili per garantire adeguati livelli di serotonina e contrastare il malumore.
  • Mascherina antismog classe ffp3 (ho una mezza velleità di andare a correre al parco ... 😷)
Già prenotato il taxi dall'aeroporto alla Missione Battista (BMS). 1400 rupie (€18) e si evitano fregature (l'ultima volta mi avevano chiesto 2500 rupie e stanco dal viaggio non sono riuscito a contrattare!)

Infine, polizza assicurativa con il massimo dei massimali per le spese mediche e copertura dei bagagli e del furto di oggetti elettronici (iPhone mon amour!).

É tutto al momento.

sabato 27 gennaio 2018

È ormai tempo!

Partenza il 12 febbraio. Destinazione? Calcutta, è ovvio!
Ho già il visto, anzi l'eVisa. Tutto on-line e si ottiene nel giro di 72 ore. Costo US$ 51,76. Vale 2 mesi a partire dal giorno d'ingresso (!) per un massimo di 2 entrate. Perfetto!
Attenzione a non seguire i link pubblicitari di intermediari che hanno certamente il "pregio" di spillarvi un sovrapprezzo ma soprattutto quali garanzie offrono di trattare i vostri dati e documenti in modo riservato?
Come promesso mi riprometto di aggiornare la piccola guida.





Che altro? I giorni corrono veloci e sto accumulando medicinali e cose varie da mettere in valigia. Non ho ancora deciso se portare o meno una macchina fotografica o affidarmi al solo iPhone. Vediamo.

Un'ultima considerazione. Ho valutato se non fosse tempo di iscrivermi a qualche social ... Niente da fare. Il blog sarà anche fuori moda ma è meno invasivo e soprattutto non mi piacciono i "like".
Quindi via con il rilancio di NeverOnSunday!