Giusto per farvi gli auguri di un sereno 2011!
venerdì 31 dicembre 2010
mercoledì 29 dicembre 2010
La “noia” di Angelica
Non accennerò all’improbabile trama, non solo per non togliere la suspense ma soprattutto perché è irrilevante ai fini della lettura. Quel che importa è che ci siano tutti gli ingredienti della ricetta, che sapientemente ordinati secondo un canovaccio sperimentato (per essere moderni: format) e mescolati nel vigatese riempiono buona parte delle 254 piccole pagine: a) i pasti del commissario al quale raramente manca il pititto con relativa descrizione del menu dei pranzi al ristorante e delle cene preparate da Adelina (la fedele cameriera) consumate in verandina fronte mare; b) l’agente Fazio, cultore dell’anagrafe dei personaggi oggetto d’inchiesta; c) gli strafalcioni dell’agente Catarella, il mago informatico; d) il medico legale, dottore Pasquano, che giocando tutta la notte a poker è sempre di malumore quando viene chiamato ad esaminare il risultato dell’ammazzatina giornaliera; e) il questore Bonetti-Alderighi, lo stupido del villaggio come momento di satira feroce verso l’establishment. La tormentata relazione con l’eterna fidanzata Livia, che fortunatamente vive a Boccadasse (niente male!) è un caposaldo narrativo che unisce le diverse puntate: dall’amore dei primi numeri siamo arrivati alla lite continua, che apre la porta alle relazioni extra del commissario con donne bellissime che finiscono sempre per essere sparate, così che non siano d’intralcio per storie future.
In questa puntata mancano: Augello, il vice, e Inge, bellissima donna nordica che vive torbide storie in quel di Vigata. Da notare invece l’aumento del consumo di whisky, che usualmente facilita i ragionamenti del commissario, e di sigarette. Per la prima volta, il commissario fa uso di intercettazioni telefoniche, così da permettere all’autore un tocco di fioretto verso l’ultimo provvedimento governativo, che contestualizza la vicenda secondo la prospettiva di un’opposizione continua e costruttiva.
Infine, tutta la vicenda è infarcita di versi dell’Ariosto per dimostrare che il commissario (e anche l’autore) è un colto intellettuale.
Perché continuo a leggere la produzione della Camilleri Andrea? Innanzitutto perché ormai tutti pensano che mi piaccia e così mi regalano l’ultima fatica dell’autore. La risposta più appropriata potrebbe essere la ripetitività. La mancanza di vere novità, che permette alla Camilleri Andrea di sfornare un numero dietro l’altro facendo felici i conti correnti di autore ed editore, è un importante fattore rassicurante: tre ore di lettura senza alcuno sforzo neuronale (si riesce a seguire il filo narrativo anche se gli occhi si chiudono a pampineddra, più o meno piacevole (ma non sarà mai una brutta sorpresa). L’appiattimento narrativo è la stessa formula per cui milioni di telespettatori seguono le serie televisive, a cominciare dai Dallas fino ai Cesaroni, i talk show, i reality e via discorrendo. L’appiattimento intellettivo non va oltre la scelta del cinepanettone: il natale lo passiamo a Miami o in Sudafrica? L’appiattimento spiega la tolleranza silenziosa nei confronti delle balle pre- e post-elettorali e dei relativi personaggi che attualmente calcano il palcoscenico politico.
Compro tutto purché non cambi nulla e mi si lasci in pace. Appiattito.
lunedì 27 dicembre 2010
Freddo (ma non troppo)
Meglio approfittare di questa giornata serena per tentare di intaccare qualche caloria. Le immagini sono state riprese al sorgere del sole in riva al Lambro, impiegando la consueta tecnica dell’High Definition Range in modo da non rimanere accecati dal sole. Ecco il risultato: sembra di essere a …
giovedì 23 dicembre 2010
A tutti gli internauti …
… che con costanza o per caso sono capitati in questo blog
(Mi dicono non sia molto “natalizio”. Probabilmente è vero, ma per quest’anno è così!)
lunedì 20 dicembre 2010
Un giro nel centro di Monza
Come si dice: una vasca fra l’Arengario, il Duomo, Via Italia, Corso Vittorio Emanuele, il Ponte dei Leoni e Via Carlo Alberto. Sul finire dello shopping (nonostante il freddo pungente) della domenica prima di Natale.
La speranza dell’imprevisto
Regalare un libro è cosa difficile. Non sempre basta scegliere l’ultima novità: è un regalo che dovrebbe essere ristretto a chi si conosce davvero per una empatia consolidata nel tempo. Chi riceve un libro scopre subito se si tratta di un dono vero. Quando scarto un libro mi sento sempre in imbarazzo. Capisco al volo se il suo destino sarà lo scaffale della biblioteca (o il riciclo) o se lo leggerò subito: è una sensazione immediata, intima. Ed è quanto è successo quando mi hanno regalato
“Torniamo a casa” di Silvio Cattarina (Edizioni ITACA).
La storia è semplice: “Sono sempre stato con i tossici, sono cresciuto e invecchiato con loro”. Silvio Cattarina sta dedicando la sua vita al recupero dei tossicodipendenti e fra le tante iniziative ha fondato 20 anni fa una comunità terapeutica, “L’Imprevisto”. Questo libro è una raccolta di pensieri, riflessioni, rimpianti, ammonimenti che assalgono il lettore, ti tolgono il fiato proprio come quando qualcuno cerca di farti partecipe di una esperienza importante, vitale. L’apparente confusione è un sintomo di passione autenticamente vissuta. Così a metà libro (sono 196 pagine, pre- e postfazione incluse) ho iniziato a ricomporre il puzzle a mio modo e mi sono gustato la lettura di ogni frammento.
“Un imprevisto è la sola speranza”, è una prova di forza che, senza darci tempo di riflettere, rivela la sincerità della nostra attesa e dimostra quanto si è davvero capaci di accogliere. La descrizione di ogni arrivo di un “altro” tossico è carica di emozione: ogni incontro è una storia unica che sta per iniziare. “Nessuno può risolvere il problema di questi ragazzi, tanto meno salvarli”: l’umiltà nell’accoglienza è il primo passo. L’offerta è di un coinvolgimento pieno; il cosiddetto distacco professionale perde di senso. Per spiegare l’imprevisto Silvio Cattarina fa riferimento ai pastori che si recano alla capanna di Betlemme: non sapevano chi fosse il neonato, eppure l’hanno accolto. Oggi, occupati come simo nelle celebrazioni, solenni o pagane che siano, sappiamo riconoscere l’Emmanuele e offrirgli il calore della nostra accoglienza? Il mio pensiero è volato alla esperienza di Calcutta, trovando immediata corrispondenza. Per questo il libro mi è molto piaciuto e il dono è stato davvero azzeccato.
sabato 18 dicembre 2010
Cercavo un’immagine invernale
giovedì 16 dicembre 2010
domenica 12 dicembre 2010
Fiori secchi
Prima di gettarli un passaggio sullo scanner. A futura memoria di una immagine, poco prima che venisse perduta nell’indifferenziata.
sabato 11 dicembre 2010
giovedì 25 novembre 2010
Nebulosa
Prendete una palla di pelo (a casaccio, come viene viene), scansite e lasciatevi trasportare dall’umore di una giornata uggiosa: ecco la nebulosa.
mercoledì 24 novembre 2010
domenica 21 novembre 2010
Cisterne
E ancora cisterne. Solo dopo aver provato un po’ di arsura si può comprendere l’ossessione dell’equazione acqua=vita e il significato intimo di offrire acqua al viandante.
Con quel che ne consegue.
Ecco l’interno di un’enorme cisterna (vuota).
martedì 16 novembre 2010
Israele: immagini a caso
Così senza commento, gironzolando nella memoria.
Cliccate l’immagine per accedere alla galleria di 12 immagini.
sabato 13 novembre 2010
Beit She’an
Tre panorami tre dei resti di Scythopolis, l’antica Beit She’an: entrando nella città, il centro con il teatro e la vista dall’alto
Ricordi confusi, per via della grande calura e del desiderio incalzante di tornare nel bus dove l’autista per un solo euro vende mezzolitro di acqua quasi fresca. Ecco il tipico caso in cui ci si rende conto della bellezza di un posto solo quando lo si rivede in fotografia.
giovedì 11 novembre 2010
Gerico
Una visita veloce, giusto per dare un’occhiata. L’antica Gerico, in alto a guardia del passo, si confonde con l’ocra della roccia. Potete zoomare cliccando l’immagine. Non c’è tempo per arrampicarsi sul sicomoro.
Si riparte publicani, come prima di arrivare.
martedì 9 novembre 2010
domenica 7 novembre 2010
Ed eccoci finalmente a Gerusalemme
Dopo tanti panorami, eccoci a Gerusalemme. L'immagine è stata ripresa all'alba dell'ultimo giorno, per intenderci quello della partenza, delle foto di gruppo.
L'ho già scritto, il "ricordo" d'Israele porta a Cafarnao. Gerusalemme è comunque "da vedere" anche se è una città diffidente o comunque non amichevole. Come turista hai la senzasione di essere considerato "utile"; altrimenti l'atteggiamento dei locali sarebbe meno falsamente sorridente e più francamente ostile. Sensazioni personali, of course.
Come di consueto, cliccate l'immagine e fate un bel giro per la città. Proprio di fronte a voi la spianata del tempio e la cupola della roccia.
venerdì 5 novembre 2010
giovedì 4 novembre 2010
Euforia d’autunno
Giornata perfetta. Dopo qualche incertezza, la luce del sole è forte, tagliente e disegna i profili distaccandoli dalla bruma mattutina.
Una autentica esplosione di colori, tutta da godere.
Cento, duecento, trecento scatti riescono a trattenere l’emozione di uno spettacolo che porta lontano alle gioie semplici.
Così, per ricordarci il dono di ogni giorno e mostrarci, ancora una volta, che troppo spesso siano fuori luogo i lamenti per le cose che non vanno o sono così così.
Un giorno da privilegiato da condividere, da regalare a chi con coraggio e speranza continua a salire.
Perché non si senta mai sola.
mercoledì 3 novembre 2010
Devozione o devozionismo?
Immagini miste, senza confini precisi. Scartiamo subito i ricordi di gruppi ululanti, di gestualità ossessive, di fanatismo latente, di acquisto di crediti a suon di monetine. Concentriamoci sui volti sereni e lasciamoci cogliere dalla meraviglia delle loro espressioni.
Cliccate sopra l’immagine per accedere a una galleria di 17 fotografie.
martedì 2 novembre 2010
sabato 30 ottobre 2010
Cancan d’autunno
Onde prevenire i seguaci di un familiare che ha esclamato: “Bella! I colori sono fotoscioppati?” ecco una breve didascalia tecnica: scanografia in HDR che riproduce fedelmente i colori di diverse foglie dello stesso pruno. E’ stata poi applicata una cornice per abbellire l’immagine.
giovedì 28 ottobre 2010
Andiamo in Libano
Eccoci alle sorgenti del Giordano, proprio sul confine delimitato da una rete con l’immancabile filo spinato: dall’altra parte il Libano.
martedì 26 ottobre 2010
L’albero dei mille anni
In dialetto keniota è il baobab ed è il titolo dell’ultima opera di Pietro Calabrese, storico direttore di testate giornalistiche importanti. Ho cominciato a leggerlo sul Magazine (oggi “Sette”) del Corriere della Sera. Teneva una rubrica intitolata Moleskine, collocata un po’ in fondo, a debita distanza dalle sciocchezze che da tempo aprono quotidiani e riviste. E io che incomincio a sfogliare i titoli dall’ultima pagina mi fermavo volentieri a leggere. Alla fine di maggio dell’anno scorso, leggo la storia di Gino, un uomo normale finché ad una visita di controllo gli scoprono un addensamento polmonare e inizia per lui, che non ha mai fumato, il calvario del cancro. Il libro è stato abbondantemente pubblicizzato per cui non andrò oltre. Questa introduzione mi serviva solo per spiegare perché ho letto il libro, uscito alla fine di settembre, pochi giorni dopo la scomparsa dell’autore.
E’ un bel libro. Con una scrittura veloce, a scatti, da quotidiano Gino redige il manuale “Che cosa aspettarsi da un cancro”. Il cambiamento di stato, la drammaticità di rispondere alla domanda “Perché proprio a me?” e farsene una ragione, lo sforzo di uscire allo scoperto (altro che outing per conquistare gli elettori o una copertina!) la depressione di conoscere in anticipo la causa della propria morte. Come scriveva Terzani, tutti sappiamo che prima o poi dobbiamo morire, ma un cancro fissa una data. La cronaca della diagnosi e delle speranze. La chemioterapia e la radioterapia: ormai siamo così condizionati dal sorriso dell’Oncologo (quello con la “O” che racconta le favole sui prodigi della medicina, in particolare se in regime privatistico nel suo ospedale) che si rimane come sorpresi ("Ma come è davvero così?") quando Gino racconta le notti passate a vomitare o a resistere alla diarrea, che si copre di piaghe, non riesce a deglutire e comunque ogni cibo ha il sapore del petrolio, un passo gli costa una fatica immensa e la tosse non smette mai. Gino si ribella ai medici che gli dicono “E’ normale”. Normale un corno! E tutto questo per che cosa? Oggi si sviluppano farmaci innovativi che “promettono” alla metà degli ammalati un aumento della sopravvivenza di qualche settimana. E il Servizio sanitario spende risorse enormi.
Gino è un po’ tutti noi. Pietro è diverso. Conosce tutti i potenti. Forse le parti meno piacevoli sono gli elenchi delle persone illustri. Un atto pubblico di riconoscenza postuma che si perdona subito. Ma nonostante tutto, sebbene abbia accesso al meglio della sanità italiana (niente liste di attesa), Pietro non sfugge al destino di Gino. Entrambi ci avvisano di godere della vita finché possiamo farlo, attingendo alle cose semplici: una brezza di primavera e il vento gelido che anticipa la neve, una carezza e un bacio, un tramonto e un’alba, …, ciò che ci piace. E’ meglio evitare di correre dietro a potere, danaro, successo perché non cambiano l’esito.
E quando è arrivato il momento di uscire di scena, bisogna tirare fuori tutta la dignità, da gridare con forza per avvisare quelli che rimangono. Perché quando si muore si è soli.
domenica 24 ottobre 2010
Un panorama tira l’altro: Qumran
Ormai sono partito e … chi mi ferma più?
Qumran si trova sulla riva occidentale del Mar Morto ed è famosa per via della scoperta di manoscritti antichi ebraici, che risalgono ai primi decenni del primo secolo d.C.
Si racconta che un pastore inseguendo in una grotta una pecora rinvenisse delle anfore antiche dove erano custoditi i rotoli, copie della bibbia ebraica e di regole di vita.
A centro del panorama potete osservare un grotta e al suo interno … (cliccate sull'immagine e andate a curiosare)
Se siete invece curiosi di dare un’occhiata ai rotoli sappiate che: a) sono solo quattro i restauratori autorizzati a maneggiare i circa 30.000 frammenti che costituiscono 900 manoscritti; b) fino ad oggi hanno avuto questa possibilità solo gli studiosi.
Comunque fra qualche mese li vedremo anche noi on-line grazie ad un accordo fra la grande G (Google) e le autorità archeologiche israeliane. Nell’attesa potete collegarvi a questo link.
giovedì 21 ottobre 2010
Basilea
Non pensavo fosse così lontano da Milano. Invece sono quasi 4 lunghe ore di treno. Con un certo timore ho varcato il confine a Domodossola per inoltrarmi nella patria culturale della rigidità formale. Ho rivisto alcuni spezzoni di “Pane e cioccolato”, un film di molti anni fa interpretato da Nino Manfredi che a un certo punto, pur d’integrarsi, si tinge i capelli di biondo ma si fa pescare a fare plin plin per strada e viene sbattuto fuori senza tanti complimenti.
Invece appena fuori della stazione ferroviaria ho imparato che: a) si attraversa anche con il rosso (basta stare attenti ai tram) e b) i fumatori buttano le cicche per terra. Ebbene non appena i writer saranno in grado di vivacizzare anche i tram e i treni, anche la Svizzera sarà in Europa. W gli sguizzeri!
Esterno stazione di notte … | e di giorno. |
martedì 19 ottobre 2010
Segni d’autunno
Sono tornato al Parco per cogliere i primi segni d’autunno. Mi sono diretto subito nei luoghi dove per prime le foglie si tingono di giallo e rosso. E così non ho potuto evitare di rivivere la sensazione di ovattato abbandono di qualche autunno fa, quando è stato necessario abbandonare e distruggere per poter ricostruire. Per quanto razionale “costruggere” (il neologismo non è mio) è sempre motivo di sofferenza, continua, incessante compagna di giorni senza fine apparente.
Luogo ideale per disperdere i pensieri senza senso, ecco il parco è stato buon amico, capace di distrarre e confortare in silenzio, senza pretendere di capire.
C’è bisogno di silenzio ed è necessario lasciare scorrere il tempo per comprendere se una decisione è buona per davvero, è quella giusta che potrà ripagare la fatica e dare significato all’abbandono delle certezze per perdersi.
Clicca l’immagine per accedere alla galleria di 5 immagini
sabato 16 ottobre 2010
Cafarnao
Il ricordo di questo viaggio. Quando ripenso alla settimana trascorsa in Israele questa è l’immagine che avvia il fulmineo srotolarsi dei “momenti salienti”.
A destra la costruzione che “protegge” la casa di Pietro. A sinistra i negozi e la sinagoga. Al centro la piazzetta dove, volendo, era possibile incontrare quell’uomo venuto da Nazareth.Si faceva capire da tutti e in particolare dava ascolto a coloro che erano fuori dalle regole della gente perbene. Diceva che le regole non sono poi così importanti ma ciò che conta è la sincerità del proprio sentimento in ogni opera, per quanto minima e apparentemente insignificante.
Proprio qui, in questa piazzetta. Una pietra come trono.
Un momento di semplicità, di quella profonda, difficile da cogliere, che ti sorprende trovare così vicina, così a portata di mano. Preludio di una pace piena e e di gioia senza fine.
Nota tecnica: i toni di questa immagini, (provate ad ingrandirla cliccandoci sopra) non sono frutto di un filtro; si tratta di una immagine HDR, che sta per High Dynamic Range. Tecnicamente è una immagine dove il colore di ogni singolo pixel è descritto da 32 bit invece degli usuali 8. Questo significa che l’informazione colore di una immagine HDR è quattro volte maggiore di un’usuale immagine digitale. In tal modo è possibile ottenere una estensione dei toni tale da riuscire a distinguere i dettagli nell’ombra (osservate il cipresso e i massi in primo piano) così come nelle aree più illuminate (le due palme e la linea dell’orizzonte).
giovedì 14 ottobre 2010
Megiddo
Altra figuraccia. “Era il secondo giorno. Uno dei luoghi più importanti nella storia del Mondo. Non ricordi che abbiamo visto anche il film di Superquark su come il faraone Tutmosis III ha conquistato la città e abbia raccontato le sue gesta nel tempio di Karnak, che abbiamo visto in Egitto?”
”Meghiddo è una fortezza che domina tutta la valle di Esdrelon ed era il punto di difesa della via maris. E’ stata distrutta e ricostruita una ventina di volte.”
Gran finale: “Certo non ascolti mai niente!”
Ecco Megiddo.
Forse non tutti sanno che … le palme da dattero sono nate dai nòccioli gettati dai manovali che hanno scavato per portare alla luce i ruderi.
martedì 12 ottobre 2010
Nazareth
Questo è il (consueto) panorama di una città come tante altre. Seguendo il profilo dell’orizzonte da sinistra verso destra si incontra la Basilica dell’Annunciazione (la cupola dorata, poco più a destra è una moschea: tornate indietro). Dov’è la foto della Chiesa? A questa domanda rispondo: andate a vederla su internet.
E’ stato il primo impatto con i gruppi turistici classificati come “devozionali”: guarda qui, vedi su, ecco lassù, fai la foto-click… E poi via alla funzione. La ritualità che intimorisce e vanifica il raccoglimento e la riflessione. Mi è tornata alla mente l’immagine di mia nonna che ogni venerdì di Pasqua recitava 20 rosari:1.000 avemarie, tutte in ginocchio. Le complesse maestosità architettoniche dominano ed è difficile essere semplici, trovare la necessaria concentrazione per riconoscere la giovane Maria del villaggio di Nazareth. E’ più facile incontrarla oggi ripercorrendo con il ricordo la strada che sale alla fontana. Una giovane orientale che attraversa la strada con passo affrettato mentre i bambini ti puntano contro un mitra di plastica rossa e con un sorriso inquietante sparano.
sabato 9 ottobre 2010
Cesarea
Si torna in Israele.
Ricordi frammentati.
Un rinnovato senso di stanchezza (era il giorno della partenza e ci si era svegliati a notte inoltrata per essere puntali all’appuntamento delle 5.00), il caldo umido e la salsedine che avvolge la maglietta sudata.
Il desiderio di una doccia e una domanda in attesa di risposta: quando arriveremo in albergo a Nazareth? Pensieri inconfessabili anche ai parenti, perché si era capito da subito che sarebbe stato un viaggio per gente dura, capace di sopportare ogni fatica e avversità (un po’ come quelli sulla destra che camminano imperterriti petti-in-fuori-pance-in-dentro).
Il porto e il teatro: due frammenti fotografici (anche la Leica era un po’ stanca …)
Cliccate sulle immagine per “entrare” nei panorami.
Se volete informazioni su Cesarea andate su Wikipedia. Mi è venuta addosso una gran stanchezza …
giovedì 7 ottobre 2010
sabato 2 ottobre 2010
Vacanza romana
Ho trascorso gli ultimi giorni di settembre a Roma. Ecco alcuni brevissimi appunti.
Il boato nel quartiere quando nei tempi di recupero Vucinic ha segnato in Roma-Inter.
Per la serie gli esperti, discussione domenicale fra due romani(sti): “Tu nun poi parlà dela Roma se nun vai a vedè la Roma!”
Questioni politiche di alto livello: “A’ Bossi mò basta: Roma nun se tocca”
Immersione con cellulare fra le centinaia di turisti ai piedi di Trinità dei Monti (vedi foto allegata)
Vogliamo crederci: "Mi dispiace si è fuso il furgone. Veramente mi dispiace" (l'impresario edile che doveva completare i lavori di ristrutturazione iniziati undici mesi fa)
Due brevi recensioni culinarie:
Osteria de Roma, Via Venturi 14 – Per € 4,00 un mezzolitro di vino bianco spillato da una tanica in plastica (fatece largo che passamo noi …).
Matricianella, Via del Leone 2-3-4 – Per assaggiare i famosi bucatini alla matriciana al pomodoro color vermiglio occorre prenotare.
Fine
sabato 18 settembre 2010
Dall'alto di Masada, verso occidente
Una sconfitta che ancora brucia e accende l'orgoglio ebraico. "Metzadà shenìt lo tippòl": Mai più Masada cadrà. E' il motto delle forze scelte dell'esercito israeliano.
Nella terra della contraddizione ancora un riferimento alla guerra che richiama il senso profondo della pace.
venerdì 17 settembre 2010
lunedì 13 settembre 2010
E sono 3!
Andiamo per il quattro?
sabato 11 settembre 2010
Dall'alto di Masada, verso oriente
Come di consueto, cliccate qui o l'immagine e godetevi (al fresco) qualche particolare .
sabato 4 settembre 2010
Sepphoris
Conscio della mia ignoranza e della mia cronica propensione a distrarmi (era il 20 agosto e faceva un gran caldo), posto il panorama e taccio. Come al solito se cliccate qui o l'immagine potete entrare nei particolari.
giovedì 2 settembre 2010
Villa Camozzi
Sede di un prestigioso istituto di ricerca, ecco Villa Camozzi ripresa secondo la tecnica della fotografia immersiva. Se siete rimasti affascinati e volete avere maggiori dettagli leggete questo articolo.
martedì 31 agosto 2010
Deserto di Giuda
Gerusalemme è sulla vostra sinistra. Cliccate qui o sull'immagine e provate a individuare la strada sterrata e scendete lentamente verso Gerico. Osservate anche l'acquedotto fatto costruire da Erode: se guardate bene sulla destra potrete vedere l'acqua che scorre.
domenica 29 agosto 2010
La cupola della roccia
Peccato non si possa entrare (questioni di sicurezza: sembra non siano pochi gli ebrei che la farebbero saltare con una bomba a tracolla). Comunque fa la sua figura anche vista da fuori.
Cliccate qui o l'immagine e scoprite i meravigliosi mosaici che ricoprono le facciate della moschea.
A proposito, all'ombra degli alberi sulla sinistra c'è riunito un gruppo di studenti ...
venerdì 27 agosto 2010
Ritorno da Israele
Così per incominciare ecco il Muro del Pianto: per farci un giro basta cliccare qui oppure sopra l'immagine.
Ulteriori commenti, impressioni, ... nei prossimi post.
giovedì 5 agosto 2010
mercoledì 4 agosto 2010
Quattro passi sull'Adda
Ritorno a Brivio per una passeggiatina lungo l'Adda. Clima piacevole nonostante l'ora non proprio accorta grazie all'ombra offerta dal bosco e a un venticello fresco umido proveniente da sud.
Ho scaricato un po' di fotografie su un insetto, simile a una libellula, di colore blu metallizzato.
Se cliccate sull'immagine potete osservare ciascuna fotografia.
Che "animale" è?
Potrebbe essere una Calopterix spendens. Il nome in inglese è importante: Emperor dragonfly! Il maschio é blu mentre la femmina è verdastra (vedi la coppietta della terza fotografia).