Ecco una immagine che forse rende il senso di pace (relativo rispetto al caos fuori le mura) di cui si gode all’interno di BMS. L’edificio sulla destra è quello nuovo dove si trovano le camere e la mensa. Quello a sinistra è quello originale dove ci sono gli uffici e i dormitori a cinque letti (dove, ahimè, finirò dall’1 Febbraio). E’ davvero un bel posto a pochi passi da Mother House e la corriera da Kalighat ferma quasi di fronte. Molto ricercato, occorre prenotarsi con grande anticipo.
domenica 31 gennaio 2010
Bisogna lasciare la cameretta
e raggiungere il dormitorio n. 9 al terzo piano. Da domani alloggerò con due preti. Comunque sono riuscito a ottenere la disponibilità di 7 notti in camera singola nella terza e nell’ultima settimana di febbraio. Bisognerà fare un po’ di spostamenti ma pensare di poter riposare qualche giorno è confortante.
Preparando la valigia ho pensato per un attimo di prepararmi alla partenza. E mi è venuta una “botta” di nostalgia. Beh, in fondo due settimane sono già volate via.Un passero gentile è venuto a salutarmi e offrirmi un momento di solidarietà al momento di traslocare.
sabato 30 gennaio 2010
Ghat sul fiume Hugli
Dall’Howrah bridge è possibile vedere i ghat sulla riva orientale del sottostante fiume Hugli. Per raggiungerli è sufficiente lasciare il mercato dei fiori e proseguire verso sud per circa 300-400 metri.
Certo nessun paragone con i ghat di Varanasi. Tuttavia, si può seguire il rito dell’abluzione e della preghiera. Nel dubbio e per non disturbare meglio tenere la fotocamera sull’addome e scattare a … occhio.
venerdì 29 gennaio 2010
La tomba di Madre Teresa
Ormai ogni pomeriggio vengo qui per trascorrere qualche tempo pregando e riflettendo.
Nei giorni di festa c’è un grande via vai di gente che viene a pregare e a rendere omaggio. Gestualità e riti differenti per riconoscere il grande carisma di Beata Madre Teresa. Rispetto alla mia prima visita a Febbraio 2008, l’ambiente è divenuto più aperto. Si può entrare con le scarpe, tutti scattano foto e girano video e talvolta una Sister distribuisce un santino con medaglietta. E’ possibile lasciare un pensiero dentro la cassetta di plastica (proprio dietro al vaso in alto a destra).
Comunque, come dicevo è ormai un appuntamento fisso, un bisogno irrinunciabile di ogni pomeriggio. Inoltre, ogni venerdì si celebra la S. Messa alle 16.30 (per cui mi alzo un’ora dopo!).giovedì 28 gennaio 2010
Mercato dei fiori
Clicca l’immagine per aprire la galleria di 12 immagini.
C’ero già stato due anni fa e mi era sembrato più affascinante. Forse sarà stata la luce del tramonto …
mercoledì 27 gennaio 2010
Ancora prezzi
Lavanderia
Il lavandaio è un giovane ansioso che mi insegue ogni mattina alle 7:00 mentre faccio colazione per chiedermi se ho biancheria da lavare. Otto capi consegnati dopo un giorno: 56 rupie. Lavaggio in grigio come atteso ma stiratura apparentemente non a macchina e senza abuso di amido.
Pasto di classe
Ristorante BQ proprio all’inizio di Park Street, quasi di fronte a Flurys. Sempre pieno: è meglio prenotare o presentarsi alle 19:00. Servizio decente tendente alla cafoneria. Chicken masala (salsa di pollo piccantina) e naan (pane indiano), birra Kingfisher da mezzo litro (quando ci vuole, ci vuole!): 300 rupie (ovvero €5,00 con la mancia).
Pranzo di lavoro
Poco fuori dall’uscita della metropolitana di Kalighat, riso basmati 20 rupie, riso vegetariano saltato 35 rupie. Quantità: una padellata (letterale) e possibilità di portare via gli avanzi da dare a qualcuno per strada.
Oppure si prende la metropolitana, si raggiunge Sudder Street e si va da JoJo’s, un ristorante con una entrata angusta che non invoglia a salire le scale. La saletta è abbastanza pulita e il riso saltato vegetale (65 rupie) o con il pollo (70 rupie) sono buoni. Il chicken rise è certamente migliore di quello di Blue Sky.
Cena veloce
Un piatto di riso saltato e acqua: 90 rupie da Blue Sky, locale cool a Sudder Street dove tutti i volontari finiscono per entrare una volta o l’altra. Attrazione: Emilio, cameriere che prova ad intuire al volo la nazionalità del volontario (soprattutto se femmina) e lo saluta nella sua lingua. Fa sempre confusione fra italiani, spagnoli e argentini.
Festa della Repubblica
martedì 26 gennaio 2010
Giorno 10
Oggi Festa Nazionale della Repubblica: tutta l’India festeggia la propria indipendenza. A Calcutta si è svolta una grande parata sulla Red Road, di fronte a Maidan Park. Inizio alle 9:30 e termine previsto intorno a mezzogiorno. Il Telegraph precisava che era vietato portare zaini e binocoli (perché i binocoli no? e quanti sono i calcuttiani che possiedono un binocolo?).
Tutto tranquillo invece a Kalighat. La mattinata a Nirmal Hriday si è svolta rapidamente su un percorso consolidato da chissà quando: preghiera dei volontari (8:00); colazione e lavaggio piatti (8:30), medicazioni o lavaggio e stenditura di coperte e panni (10:00); pausa tè per i volontari e pausa dai volontari per i pazienti (10:30); pranzo a base di riso e pesce e lavaggio piatti (11:15); saluti e arrivederci a domani mentre è in corso il lavaggio brande e pavimenti. Uscendo a mezzogiorno per andare a prendere il 45/B una lunghissima fila, tipica dei giorni di festa, di persone che attendevano di entrare al tempio della dea Kalì.
E’ finito il freddo. Al mattino la minima è di circa 12°C mentre la massima sale a 25-26°C. Con l’aumento delle temperature prendono vigore gli insetti a partire dalle mosche che svolazzano ovunque passando da un mucchio di spazzatura all’altro o soffermandosi a piluccare una carcassa di animale. Probabilmente grazie a questo cambio climatico questa notte ho avuto la piacevole compagnia del ronzio di una zanzara (che non sono riuscito ancora a individuare nonostante un setacciamento completo delle pareti, delle tende e del mobilio). A questo proposito, se qualcuno dei lettori avesse in animo di venire quaggiù sappia che il prodotto “AllOut”, un liquido che dovrebbe tenere lontane zanzare e altro, non funziona ed è meglio portarsi un bel fornelletto Vape con tanto di scorta di piastrine da casa. Purtroppo me lo sono dimenticato e già rimpiango il penetrante profumo chimico premonitore di una spietata strage di zanzare.
La nottata è stata (forse) anche agitata da un punto di vista gastrico da una scorpacciata di salame che una ignota benefattrice ha inviato a una storica volontaria, che ieri sera ci ha invitato a Monica House a mangiare pane e salame. Immaginate una tavolata di 9 italiani, due irlandesi, una tedesca e un australiano scatenati su un salame da 7-8 etti denudato e fatto a fette. Una serata davvero piacevole.
domenica 24 gennaio 2010
Buona domenica
La domenica è un giorno particolare perché a Nirmal Hriday bisogna finire tutto entro le 9.30 in modo da permettere la celebrazione della messa alle 10.00. Come sempre è un momento molto particolare per l’ambientazione e il raccoglimento, nonostante tutto intorno sia sempre un accavallarsi di rumori, grida, clacson.
sabato 23 gennaio 2010
Giorno 6
Due riflessioni da condividere
Prima: ogni sentimento di insoddisfazione è spesso ingiustificato, improprio e può nascondere un bisogno di compiacimento (“ho fatto questo e quest’altro e tutti mi guardavano ammirati”). La domanda è: hai svolto il compito che ti è stato chiesto? Se hai dato da mangiare ad un paziente e l’hai fatto anche sorridere, se dopo aver tribolato sei riuscito a sopportare il malumore altrui resistendo alla tentazione di dire “Basta, me ne vado via!” non sta a te giudicare la grandezza e l’importanza di questi incarichi dove la tua opera, per misera sia stata, è in favore del tuo prossimo. Insomma, prega non con le parole ma con i fatti, come incita Madre Teresa. E prega bene.
Seconda riflessione. Ancora la domanda perché sono qui. Leggendo un canto sull’apostolato mi hanno colpito dei versi che pressappoco recitavano: “devi lasciare la tua rete, devi abbandonare il tuo nido, le persone che ti sono care e camminare nella sabbia e nelle rocce del deserto per mettere a nudo la tua debolezza. E allora potrai lasciarti guidare dal Signore sulla strada che ha designato per te”. Ecco, qui a Calcutta, nonostante i volontari, internet che ti permette di vedere per qualche minuto i tuoi cari, qui a Calcutta sei solo e il caos che ti circonda ti isola ancora di più. E qui puoi imparare ad accettare la tua debolezza e chiedere con sincerità aiuto.
venerdì 22 gennaio 2010
Alcune immagini
La mia cameretta (senza commento).
Internet café di Sudder Street: pulito e tranquillo. La rete wireless funziona perfettamente alla tariffa di 25 rupie all’ora.
Il ciabattino di AJC Bose Road che lavora a pochi passi da dove alloggio. L’ombrello non è solo per il sole ma soprattutto per proteggersi dalla “fortuna” dei corvi.
giovedì 21 gennaio 2010
Giorno 4
Primo giorno di riposo. A Nirmal Hriday ci sono molti volontari e i pazienti sono meno del solito. Le brande vuote sono parecchie. Per cui è meglio attenersi al regolamento che appunto recita: giovedì, volontari tutti a spasso. Ho sfruttato la mattinata per scrivere la prima versione di un editoriale in ritardo Dopo la pausa dedicata al libro “Ritorno dall’India” (monotono vero?) sono venuto qui all’internet point per collegarmi con il mondo.
Come sono andati questi primi giorni?
Mi dedico a due pazienti, uno con una tromboflebite che gli ha mandato in gangrena il piede destro e l’altro, diabetico, con una gangrena infetta al piede destro. Mi sento un po’ precario, ma va bene così. Silenzio, ascolto e rispetto.
Penso anche che tutto questo “poco da fare” nella sostanza sia anche un bene, una occasione preziosa da cogliere. C’è più tempo per fare due chiacchiere con il paziente, accarezzarlo e guardarlo negli occhi, dargli da mangiare, cercare di farsi carico giusto per un attimo della sua sofferenza. Entrambi mi sorridono quando arrivo e il regalo della loro simpatia è grande. Ieri uno addirittura mi ha ringraziato e detto “Goodbye” quando ho finito di medicarlo. Beh, l’ho abbracciato per nascondere l’imbarazzo e, diciamolo, la commozione.
In questi giorni il momento più bello è sempre la messa delle 6.00. Si esce forti, consapevoli. Il salmo 142 canta “Al mattino fammi sentire la tua grazia, poiché in te confido. Fammi conoscere la strada da percorrere perché a te si innalza l’anima mia”.
Un po’ di prezzi
Ecco a titolo di curiosità qualche prezzo di mercato.
Trasporti
Autobus 45/B da AJC Bose Road (dove sto) a Kalighat 4 o 6 rupie. Dipende dal bigliettaio; non ho mai capito quale sia il prezzo giusto ma ho imparato che se metti in mano al bigliettaio 4 rupie contate (6 centesimi), va bene così mentre se indichi Kalighat e aspetti il biglietto da 6 rupie (9 centesimi) è di norma.
Taxi per lo stesso percorso: trattabile a 100 rupie e insistendo fino a 70 rupie.
Metropolitana: Kalighat-Sudder Street 4 rupie
Vitto
Biscotti Marie (secchi, molto buoni sanno di burro): 20 rupie
Acqua filtrata Kinley (gruppo Coca-Cola): 1 litro 14 rupie, 2 litri 23 rupie (per uso quotidiano incluso lavaggio denti, leggero sapore di pozzo se aperta da più di un giorno)
Acqua di sorgente Himalayan: 1 litro 23 rupie (buona ma cara, per i momenti in cui ci si vuole bene)
Quattro mele (farinose) e quattro arance (senza molto succo): 56 rupie
Due mele speciali (extra lusso da un ortolano all’angolo fra Rippon Street e AJC Bose Road): 80 rupie
Un piatto di riso con cumino: 25 rupie (con l’acqua da solo regala la sazietà)
Un piatto abbondante di riso in bianco take-away: 43 rupie
Una pizza margherita nel ristorante “Cantina Toscana” (il proprietario ha lavorato come cuoco in Italia prima di tornare a casa): 220 rupie (€3,40, non è il prezzo italiano ma nemmeno la pizza è la stessa)
Novità
Circolano autobus nuovi con tanto di scritte luminose che indicano numero e percorso. Sono silenziosi e non fanno fumo. C’è chi dice che presto diverranno come e peggio dei vetusti Tata tutto acciaio e legno pittato a mano, quelli tutto vroom vroom e fumo.
Sarà, ma anche Calcutta si sta modernizzando!
martedì 19 gennaio 2010
Giorno 1
Grazie al fuso orario non è stato difficile alzarsi presto e partecipare alla S. Messa delle 6.00 a Mother House (puntuali! sempre meglio arrivare con 10 minuti di anticipo). La piccola cappella era colma e, questa volta, mi è sembrato che i volontari superassero in numero le Sister e le novizie. Anche grazie alla compatta partecipazione di una trentina di australiani, che sono entrati in fila per due tutti con la loro polo bianca e logo “India 2010”. Cronaca a parte, mi ha fatto piacere apprezzare la presenza di tanti giovani, in maggioranza ventenni, che hanno riempito tutta l’ala destra riservata ai volontari relegando i vecchietti sulle panchine a fil di muro. Un segno chiaro che la speranza continua nel suo cammino.
Dopo colazione (niente di nuovo sotto lo smog: the, pane tostato e marmellata, uovo sodo e banana) una bella gita sul 45/B fino a Kalighat. [Nota meteorologica: è davvero tanda tanda (freddo freddo)]
È stata vera come ieri la sensazione di una continuità, che può trovare ragione in due considerazioni: la sofferenza si declina sempre nel presente e, conseguentemente, il bisogno di sollievo è inesauribile. Secondo, è improprio cadere nella “nostalgia del volontario” perché in ogni momento c’è sempre posto per chi, qui o altrove, liberamente offre il poco, il niente che può dare.
Pomeriggio dedicato alla registrazione. Eravamo davvero tanti, almeno una cinquantina di cui quattro italiani. Sister Margaret non ha battuto ciglio quando ho indicato Kalighat come destinazione. Certo, è destino!
domenica 17 gennaio 2010
Arrivato
Forse perché ho magnificato l’aeroporto di Dubai. Fatto sta che la Emirates mi ha offerto l’upgrade in business e ho viaggiato sdraiato (ma proprio sdraiato). Emirates: grande compagnia aerea (se lo merita).
L’alloggio nella Missione Battista è davvero molto buono. Stanza pulita, con servizi, luogo appartato e… silenzioso. Silenzio, si fa per dire: racconto sempre che Calcutta è rumorosissima e mi pare di esagerare. Invece è proprio casinara.
Poi visita a Kalighat. La stessa sensazione dell’ultima volta. Sembra di esserne usciti appena ieri e il ritorno è senza soluzione di continuità. Tutto uguale, una immagine mentale che si rianima.sabato 16 gennaio 2010
Via!
Prima tappa da Malpensa a Dubai. Volo Emirates perfettamente in orario e ottimo servizio a bordo. Aeroporto di Dubai: un bagno nel lusso, con gli orologi pubblici marcati Rolex!
Approfitto della rete wireless gratuita, scarico la posta e chiamo casa. Concludo questo post circondato da indiani che si stanno affollando al gate. Va finire che qualcuno mi viene in braccio!
venerdì 15 gennaio 2010
Pronti …
Ormai basta lasciarsi andare lungo il pendio che, se organizzato in modo simil-teutonico, porta automaticamente al gate di partenza.
Ha fatto la sua comparsa in casa la valigia. E’ la stessa con cui sono andato in India nel 1991 e l’etichetta dell’albergo di Bhopal è ancora ben visibile. Le sue capaci valve presto ingloberanno cerotti, ferri chirurgici, farmaci, vestiti, …
Che dire? Così sia! L'importante è non dimenticare di portare con sé i buoni propositi, in particolare quello di ascoltare e offrire rispetto in silenzio, senza cedere al compiacimento.
Un caro amico mi ha scritto “un grande in bocca al lupo!”. Crepi!mercoledì 13 gennaio 2010
Pronta la valigia?
La domanda che mi sento rivolgere con inquietante frequenza da chi incontro o sento al telefono. “Ma non sei già partito?” è la seconda (e tutte le volte mi domando se si tratti di una semplice distrazione o piuttosto di una certa fretta di liberarsi del sottoscritto).
No, la valigia è una questione last minute. Piuttosto tendo ad ammassare le cose man mano che mi vengono in mente.
Nell’ultimo post stavo parlando di sanitari. Due suggerimenti importanti: lasciare a casa i bagno schiuma/shampoo e non dimenticare la carta igienica. Partiamo da quest’ultima. Ebbene ho scoperto che a Calcutta la carta igienica, il doppio velo, la morbidezza e il pH neutro sono un bene di lusso, di quelli tassabili al 30%. I prezzi sono esorbitanti e la qualità ahimè è ben lontana dagli standard occidentali. Quindi due rotoloni in valigia sono un must. Si può fare spazio lasciando a casa, come dicevo, shampoo e bagni schiuma. Un paio di campioni sono sufficienti per la doccia all’arrivo. Poi si trova di tutto, incluse le marche a noi care ma ad un prezzo decisamente più conveniente. Lo stesso vale per il dentifricio e la saponetta.
Fra le prime cose accumulate ecco il lenzuolo a sacco. L’ho sperimentato la scorsa volta e l’ho trovato funzionale, confortevole (ricorda casa) e rappresenta una barriera contro gli eventuali animaletti (bed box) che si annidano nella piuma dei materassini. Questa pillola di saggezza nasce dall’esperienza sulla propria (mia) pelle.
Biancheria: niente roba costosa. I lavandai distruggono tutto! Immagino mastelli fumanti a 100 °C, pieni di soda, un bastone che gira e sfibra cotone e lana. E poi presse che schiacchiano ogni capo, lo assottigliano e lo stendono, come una piadina, completando l'opera di sfinimento. Il risultato è immaginabile: colori irrimediabilmente sbiaditi, bianchi ingrigiti e nessuna morbidezza: solo un ruvido stanco. Considerando che è bene cambiarsi spesso per evitare di portarsi addosso rigogliose colonie di batteri sconosciuti, penso sia ormai chiaro che l'intimo firmato, e la Lacoste è meglio rimangano a casa.
lunedì 11 gennaio 2010
Preparativi
Ormai mancano 6 giorni. Domenica prossima dovrei già essere nel primo pomeriggio calcuttiano.
La necessità di concentrarsi sui preparativi è di grande conforto. Che cosa si porta? Essendo al mio terzo viaggio posso vantare una certa esperienza (!) e, quindi, posso snocciolare alcune pillole di saggezza.
Soldi. Preferisco i contanti per coprire le spese di alloggio (alla Missione Battista chiedono 800 rupie per la camera e 350 per il dormitorio, colazione inclusa) e vitto (circa 250 rupie al giorno, volendo largheggiare con cibarie e bevande (inclusa la birra Kingfisher che è un momento di prezioso di conforto serale). Poi soldi per gli extra (inclusi i possibili regali). Il contante permette inoltre di gioire di una bella trattativa a Sudder Street. Torneremo sull’argomento; comunque oggi il cambio è 65 rupie per un euro, (un rapporto che da una sensazione di potenza contrattuale, vero?), e penso sia fattibile salire a 70 rupie.
Carte di credito? Sono prudente. Porto una di quelle ricaricabili da impiegare giusto in caso di bisogno. Temo i bancomat (ATM) locali. Ho sentito storie di macchine che erogano qualche centinaio di rupie in meno del dovuto (e poi come si fa a dimostrare che ha sbagliato? le macchine non sbagliano mai) e anche di banconote diciamo non regolari. Certamente storie ma…
E poi gli indiani sono troppo bravi con i computer!
Medicine e articoli sanitari. Immancabile l’Enterogermina, da prendere nelle prime settimane al mattino per dare tempo alla flora intestinale di abituarsi al nuovo ambiente, un antibiotico intestinale (Bimixin) e un antidiarroico se proprio ci tocca o non abbiamo resistito alla tentazione di assaggiare lo street food (meglio non dare mai retta agli amici che dicono che è sicuro!). Necessario un antinfiammatorio per l’immancabile laringo-tracheite che entro tre-quattro giorni manifesterà la più viva irritazione delle nostre mucose aeree nei confronti dello smog di Calcutta (poi, il catrame copre tutto e passa). Portarsi un antiacido è un segno di saggezza perché la combinazione fra l’inevitabile cibo speziato e la Coca Cola probabilmente ci farà provare una sera o l’altra un bel bruciore di stomaco. L’antibiotico ad ampio spettro di famiglia non deve mancare (niente mezze scatole ma dosi sufficienti per almeno 10 giorni di terapia).
Autan è fondamentale. Dopo le ansie da puntura di zanzare che hanno accompagnato il mio ultimo soggiorno, ho comperato due confezione di Autan Plus che secondo la réclame repelle zanzare, zecche e tafani. Una potenza! E poi Vape, che con il suo pungente odore chimico ci regala la tranquillità notturna.
Da ultimo una assicurazione malattia, tipo Europe Assistance. E’ un salasso da circa 150-200 euro ma gli ospedali privati indiani (quelli pubblici possono risultare rapidamente letali per un occidentale) sono cari e un giorno di ricovero viaggia intorno ai 200-300 euro. Quindi …
E questo è tutto per oggi.