Immagino che la domanda sia sempre: "Ma cosa fai?". Rispondo con le parole di Madre Teresa: tanti piccoli niente! La giornata tipo è uguale a quella degli anni scorsi: sveglia alle 5:20 in tempo per la S. Messa delle 6:00, il momento irrinunciabile della giornata. Poi colazione a BMS (pane tostato, marmellata rosso artificiale, due tazze di tè nero, un uovo, sodo o fritto, e banana) con lettura del quotidiano locale.
(Così ho saputo della bella figura con i nostri marò: ma non avevano proclamato che la parola data andava mantenuta? Gli indiani dicono che il nostro ambasciatore sia uno spergiuro: difficile dargli torto).
Dieci minuti di frastuono intenso per arrivare a Sishu Bavan, intorno alle otto meno un quarto. Poi si segue il programma della giornata ovvero ci si mette agli ordini della Sister: distribuzione di medicinali e, quando occorre, visita per 100-150 pazienti in maggioranza donne. Ritorno in branda vero l'una per un momento di relax all'aria condizionata (fa caldo e l'umidità fa 90%) e poi trasferta con l'autobus 45B a Kalighat. Per fortuna nel primo pomeriggio è vuoto e si riesce a trovare posto vicino ad un finestrino per boccheggiare in solitudine. Arrivo a Nirmal Hidray intorno alle 15:00, giusto in tempo per dare una mano in sala medicazioni ma anche a distribuire il pasto serale e lavare i piatti. C'è sempre tempo per fare conoscenza con qualche paziente, per scambiare un sorriso: anzi qualche volta ti chiamano ed è un regalo prendergli le mani e accarezzarli un po'. Volendo si può andare a raccogliere panni e coperte e c'è anche la riabilitazione. Di tanto in tanto, qualche chiacchiera con le Sister come momento salutare per stemperare le difficoltà quotidiane. Passate le cinque, è ora di tornare per l'adorazione dalle 6 alle 7. Capita di essere un po' sullo stravolto e quindi l'adorazione può … saltare ma si perde qualcosa d'importante. Cena e nanna.
Tanti piccoli niente che l'Amore di nostro Signore riesce a trasformare in piccoli gesti di misericordia per gli umili e i sofferenti. Ogni uomo, indipendentemente da ogni recinto religioso o filosofico, trova così giustificazione nella misericordia verso i propri fratelli (David Maria Turoldo). E quando, purtroppo molto molto raramente, si riesce a liberarsi di ogni impulso egoistico, anche solo per un attimo, allora è la gioia perfetta.
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