Per il momento nessuna impressione, solo cronaca.
Ho letto che la città è cambiata dai tempi della Città della Gioia. Mi sembra vero. Ieri sera, nell'ora e mezzo necessaria per raggiungere Sudder Street (il centro), - con un traffico che riuscirebbe a mettere in difficoltà un napoletano -, ho visto tanti neon con la pubblicità di banche, immobiliari (“Ideal villas for your ideal life”; “Merril's Green Twin Towers”), Vodafone, centri commerciali (New Market, Pantaloon). Immagini di indiani occidentalizzati, ancora in contrasto con la gente che si incontra per strada ( come obiettivo di vita?).
Oggi giro turistico classico: tempio Birla Mandir, dedicato a Laxskmi Narayan, reicarnazione di Vishnu;Vittoria Memorial; Marble palace dove un ricco ha foderato la casa con i più svariati marmi e l'ha riempita di statue e quadri, incluso un Rubens e due enormi specchi belgi, fatti arrivare da tutto il mondo; St. Paul Cathedral, cattedrale anglicana; Kolkata panorama, dove in un'ora t'illustrano tutta la storia della città con ambientazioni e spettacolo multimediale.
La guida, Maline, ci ha detto che:
i diseredati sono tutti immigrati irregolari dal Bangladesh;
tutti gli abitanti di Kolkata hanno un cellulare;
ai giorni nostri chi andava a piedi ora prende l'autobus, chi usufruiva dell'autobus prende il taxi e chiamava il taxi si è preso un'auto propria; con l'avvento della nuova Nano tutti avranno una macchina!
Ci ha poi accompagnato (con celata resistenza?) alla Casa Madre dove abbiamo visitato la stanzetta (una brandina, un tavolo in legno grezzo, una scrivania in tre-quattro metri quadri) e il sepolcro in marmo di Madre Teresa.
Nessun commento:
Posta un commento