Ieri sera, poco prima delle 11, è arrivato il temporale con tanto di pioggia scrosciante e tuoni. I due cantanti che mi impedivano di dormire sono stati prontamente zittiti e finalmente mi sono addormentato. Piovigginava anche questa mattina al momento di andare a Mother House per la celebrazione del Mercoledì delle Ceneri (o Ash Wednesday, come dicono qui). Ha celebrato un anziano sacerdote indiano, noto per le sue omelie “rapide”. Nonostante questo la S. Messa è durata un’ora buona e quindi c’è stato il fuggi fuggi per cercare di recuperare qualche minuto per la colazione (è vero, è giorno di digiuno, ma la colazione con te e pane tostato è ammessa come unico pasto del giorno). Io poi ho dovuto trasferirmi di nuovo al dormitorio per una (giusta) penitenza di 5 notti.
Dicevo: è la prima volta che vedo Calcutta sotto l’acqua. Sembra ancora più sporca per via del paciugo scivoloso, un misto di fango e polvere nera che si addensa sull’asfalto. L’umidità è al 98% e la sensazione dei vestiti che si appiccicano addosso è davvero peculiare (per essere molto british). In autobus mi si appannavano gli occhiali.
Siccome vedo tutti contenti “perché ha rinfrescato”, non voglio neppure immaginare cosa significhi il caldo vero da Aprile in avanti.
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